In molti stanno riflettendo sul concetto di matrimonio. In Italia è legalmente costituito solo quando avviene tra un uomo e una donna. Lo Stato, deve però legiferare, decidere, prendere atto se l’omosessualità è un vizio o una variante della sessualità, regolando per legge le conseguenze e complicazioni patrimoniali/ereditarie delle unioni, convivenze e altro. Il problema è questo. Un disegno di Legge sui “diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi” chiamato Dico era pronto col Governo Prodi nel 1996, ma non se ne fece nulla. Ora le tematiche diventano più roventi perché le lobby gay, lesbiche, trans, hanno aggiunto alla diatriba il “diritto” alle adozioni di figli che non vogliono avere. Il sindaco di Roma, chiamandola provocazione politica per i nuovi diritti, registra su un quaderno, unioni omosessuali avvenute all’estero, in barba alla legge italiana che non prevede matrimoni tra persone dello stesso sesso. Questa è dittatura di una minoranza che, compromette le esigenze etiche fondamentali e il bene comune della società fondata sulla famiglia naturale Art. 29 Costituzione. In Europa, molti paesi, prevedono da tempo, nelle loro Costituzioni il matrimonio come unione unica tra uomo e donna: Polonia, Ungheria, Bulgaria, Lituania, di recente in Croazia un referendum (66%) ha definito il matrimonio l’unione tra un uomo e una donna. Il resto è un’altra……roba. In Italia ci sono già due tipi di matrimonio: religioso (generalmente in chiesa) con effetti civili o matrimonio civile in Comune, ma sempre tra uomo e donna. Per quanto mi riguarda, il vincolo matrimoniale è qualcosa di sacro, da trasmettere ai figli, alle future generazioni, secondo tradizione, certificata a norma di legge trascritta nello Stato di Famiglia. Ogni altra definizione, è una offesa a 20 milioni di famiglie e di mamme e papà che con sacrificio, abnegazione, amore, hanno costruito senza contributi dello Stato in 150 anni di civile convivenza.

Sono d’accordo pertanto con il Ministro Alfano. Il Sindaco Marino rispetti le leggi e risolva invece i problemi della città che governa. Infine, per cancellare eventuali sgorbi degli “illuministi” arcobaleno nostrani, la strada più semplice è democratica è quella del referendum abrogativo.

 

Luciano Parolin

Comitato Difesa Famiglia

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