Un adeguamento dei costi di costruzione del cinque per cento divenuto obbligatorio dal 2003 sul territorio nazionale, ma non recepito dal Comune di Thiene, così come anche da altri Comuni del Veneto, rimasti in attesa che la Regione stabilisse se aumentarlo fino a un massimo del venti per cento, ora fa pagare le conseguenze – e il dovuto – ai cittadini di Thiene che hanno ritirato un permesso di costruire dal 2004 in poi.
“Non si tratta di imporre nuove tasse retroattivamente – dichiara il Segretario Comunale Luigi Alfidi – cosa che sarebbe contro la legge, ma invece di applicare una legge che stabiliva l’aumento immediato del cinque per cento del costo di costruzione sin dal 2003. Se il Comune non provvedesse, dopo le recenti Sentenze del TAR che hanno confermato, non lasciando dubbi, la misura minima del cinque per cento, si configurerebbe un’ipotesi di danno nei confronti dell’Ente”.
Questi i fatti.
Nel giugno 2003 lo Stato aveva ritoccato i costi di costruzione, dando incarico alle Regioni di decidere se fissare la quota del costo di costruzione da un minimo del 5 per cento ad un massimo del 20 per cento. La Regione Veneto non ha mai provveduto in merito e, nell’inerzia regionale, mentre alcuni Comuni hanno adeguato da subito il costo all’aliquota minima del 5 per cento, così come la legge nazionale imponeva, tanti altri invece non l’hanno mai fatto – e Thiene è tra questi.
Il Tar, nel 2011, con due importanti sentenze, ha fatto luce sulla questione, confermando l’obbligo in capo ai Comuni di adeguare il costo di costruzione, come previsto dalla legge statale, sin dal 2003 e portarlo comunque alla soglia minima del 5 per cento, riconoscendo alla Regione la discrezionalità di normare in misura superiore a detta percentuale.
La nuova Amministrazione Comunale, già pochi mesi dopo il suo insediamento, aveva dovuto confrontarsi con questa situazione di illegittimità thienese, decidendo nel 2013 di sanarla innalzando l’aliquota preesistente del 3 per cento a quella minima del 5 per cento.
La legge statale, però, decorreva dal 2003 e, come è stato sentenziato dal TAR Veneto, doveva essere immediatamente applicata dai Comuni.
Un’ Amministrazione che non chiede il dovuto arreca un danno alle Casse Comunali e quindi alla collettività.
Conseguentemente, dopo un confronto tecnico e giurisprudenziale, la Giunta Comunale ha dovuto avvallare le indicazioni del Dirigente del Settore e procedere perché siano introitate dal Comune anche le somme pregresse spettanti.
C’è da aggiungere che per quei Comuni del Veneto che si sono adeguati tardivamente e le cui richieste di pagamento di arretrati hanno comportato l’avvio di ricorsi dei cittadini, i giudici hanno rigettato le istanze di questi ultimi, confermando l’obbligo di legge a pagare tutto il dovuto.
“Gli uffici – conclude Luigi Alfidi – stanno procedendo intanto al recupero dell’aliquota minima del 5% del costo di costruzione per i titoli edilizi rilasciati dal 1° luglio 2004 al 30 giugno 2005, tramite l’emissione di provvedimenti di riquantificazione dell’importo dovuto”.
“L’Amministrazione Comunale non ha margini per decidere altrimenti – conclude il Sindaco, Giovanni Casarotto – Tra l’altro essendo un costo a carico di chi ha chiesto il permesso di costruzione, grava principalmente sulle ditte costruttrici, ma anche sul privato che ha costruito e poi rivenduto il bene. Cercheremo di venire incontro alle comprensibili proteste dei cittadini accordando la possibilità di rateizzazione. Purtroppo è una situazione che abbiamo subito e alla quale abbiamo dovuto adeguarci “obtorto collo”; una situazione spiacevole, che doveva essere regolarizzata ancora a partire dal 2004 e che abbiamo, nostro malgrado, ereditato dalle Amministrazioni che ci hanno preceduto”.
Nella situazione thienese si trovano anche altre Amministrazioni Comunali del territorio.