Dopo mura imbrattate, dipinti e citazioni, adesso i ‘graffittari dell’ideologia’ fanno pure ‘lotta dura senza paura’ a suon di murales. Di chi sia opera non è dato saperlo, quel che è certo è che un dipinto di falce e martello, che campeggiava da tempo in via Castelletto a Thiene, oggi è stato coperto con una svastica. Ebbene sì. A Thiene, nel 2014, durante l‘impero di Facebook, I-phone e Whatsapp,
si può fare un balzo indietro nel tempo e rivivere lo storico antagonismo tra comunismo e nazismo. Per fortuna, almeno, si tratta solo di murales anche se viene spontaneo chiedersi: ma ce n’era davvero bisogno? Falce e martello, simbolo della bandiera comunista, erano apparsi in via Castelletto tempo fa, sotto le finestre di Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, che all’epoca abitava lì. Il messaggio probabilmente non era stato lanciato a caso, ma si trattava di una provocazione diretta all’uomo politico che ricopre un ruolo preciso e rappresenta una corrente di pensiero ben definita. Il ‘dipinto’ è rimasto inviolato fino a oggi, giudicato probabilmente soltanto innocuo e antiestetico, quando all’improvviso una svastica, simbolo dell’ideologia nazista, è stata disegnata a coprire il simbolo della vecchia Urss. Un sovrapporsi di ideologie che è facile interpretare come una sfida. Peccato che al giorno d’oggi, epoca in cui alle amministrative vincono le liste civiche e i cittadini ‘mollano’ i partiti, la sfida tra Hitler e Marx sia quantomeno anacronistica. E decisamente fastidiosa. Se è vero che il comunismo come dicono in molti ‘non esiste più’ è altrettanto vero che non è il caso di auspicare il ritorno del nazismo. Senza addentrarsi in discussioni politiche, basta aprire un libro di storia per capire che certe cose è meglio lasciarle alle spalle, morte e sepolte insieme alle tante vittime innocenti decedute per colpa di ideologie estreme.
Sarebbe interessante scoprire gli autori dei murales, sia i filo-comunisti sia i nazisti di ritorno. Magari si verrebbe a scoprire che si tratta semplicemente di giovani studenti che non hanno ben capito il significato di ciò che ritraggono ma sono affascinati dall’idea di essere ‘contro’. O magari si tratta di qualche trasgressivo scontento che vuole solo attirare l’attenzione per essere ascoltato. Sarebbe ben più preoccupante scoprire che gli autori sono adulti convinti che al giorno d’oggi sia auspicabile tornare a riproporre battaglie tra ideologie che stanno bene riposte in naftalina, negli scaffali della memoria.
di Anna Bianchini