“Rimpianti? No. Ma grande delusione per il risultato del ballottaggio”. E’ ancora amareggiato Luigi Dalla Via, ex sindaco di Schio, per quella vittoria di Tomasi che sembrava ormai cosa fatta. Si sente dalla voce, dal tempo che prende per formulare un pensiero. Forse è stato proprio lì l’errore di un centrosinistra che dalla metà degli anni ’90 ha governato

ininterrottamente Schio e che ora, inaspettatamente, sovvertendo qualsiasi pronostico della vigilia, vede seduto sulla poltrona di sindaco Valter Orsi, ex Lega Nord. E Dalla Via è ormai ai saluti.

Dalla Via, riesce a provare un po’ di sollievo nel lasciare l’incarico di primo cittadino dopo tanti anni?

“Sollievo no. E nemmeno rimpianti, come le dicevo. Solo tanta, tanta delusione per il risultato delle elezioni. Non me l’aspettavo, nessuno di noi se l’aspettava. La botta è stata pesante. Ma sono sereno, quello sì. Anche perché i primi giorni sono passati… la vita comunque va avanti”.

Possibile che di questi anni, dopo due mandati da sindaco, resti solo l’amarezza di un ballottaggio perso?

“No, certo. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto in questi anni, soprattutto negli ultimi, particolarmente difficili”.

Una soddisfazione in particolare?

“Tre su tutte: il completamento di via Maestri del Lavoro, la riapertura del Teatro Civico e lo Sportello Qui Cittadino. Risultati importanti per la città, realizzati negli ultimi sei mesi, ma frutto di un lavoro ben più lungo e di una determinazione che mi attribuisco”.

Dall’alto della sua esperienza, ritiene che l’alternanza al governo di un’amministrazione locale sia una sciagura o comunque un’opportunità per la città?

“Questa è soprattutto una sconfitta. La continuità politica di questi ultimi vent’anni ha permesso a Schio di ottenere risultati importanti. Parlo di continuità di metodo, di temi, non di persone. In un mix tra continuità e novità. Ecco, pensando alla squadra che Tomasi avrebbe portato in Consiglio, formata da giovani seri, preparati e capaci di guardare al futuro, il rammarico è ancora più forte. Poi certo, anche gli scossoni possono avere effetti positivi. Mi auguro che ce ne saranno. E per il centrosinistra dev’essere l’occasione per riflettere a fondo. E non tanto per cercare un capro espiatorio, per la ricerca di un colpevole a tutti i costi, che oramai serve a poco. C’è stato un errore di sottovalutazione, è evidente. Ed è stato un errore collettivo. Ora spero soltanto che queste persone nuove che si sono affacciate con tanto entusiasmo alla politica, e che sarebbero entrate in consiglio comunale se Tomasi avesse vinto, non scompaiano. Queste risorse devono restare e crescere. Non può bastare una delusione per spazzarle via”.

Lei parla di un errore di sottovalutazione commesso dal centrosinistra. Ma lo stesso errore non potrebbero averlo commesso gli elettori di Tomasi? Quelli che dopo aver votato al primo turno possono aver pensato ma sì, ormai è fatta, posso anche evitare di votare al ballottaggio?

“La responsabilità è sempre di chi manda il messaggio. Quindi noi. Una delle regole base, in caso di ballottaggio, ancor prima di cercare nuovi voti è non perdere quelli conquistati. Noi non ci siamo riusciti. E quei 9300 del primo turno, se riconfermati, sarebbero stati più che sufficienti per vincere. Ma è vero, il clima che si respirava prima dell’8 giugno era di calma assoluta. Nessuna tensione, il risultato sembrava scontato. Forse un ballottaggio più tirato, con un divario meno netto, avrebbe tenuta alta la tensione. Insomma, è accaduto quel che nessuno pensava potesse accadere. Ed è accaduto proprio perché nessuno lo immaginava. Poi bisogna anche dare atto agli avversari di aver fatto un gran lavoro, davvero”.

Ha un consiglio da dare a Valter Orsi?

“Gli consiglierei di… (lunga pausa), ecco, prima di fare delle scelte importanti, gli consiglio di verificare, di conoscere, di capire. Come sindaco ha non solo gli strumenti, ma il dovere di andare al cuore dei problemi. Insomma, di non limitarsi ai consigli che ha ricevuto fino a domenica sera. Fare il sindaco è un’altra cosa”.

E Orsi le ha chiesto consigli?

“No. Ma gli ho dato la mia disponibilità a dargli qualche spiegazione, semmai avesse bisogno della mia conoscenza del ruolo, diciamo così. Comunque spero che non giudichi sbagliato quanto c’è solo perché c’era prima di lui. Spero che non si faccia prendere dall’impeto della diversità a ogni costo”.

A proposito di impeto, ha letto dell’intenzione di Orsi di disfarsi dell’auto blu, la Bmw in dotazione al Comune di Schio?

“Sì, ho letto”

Un suo commento?

“Non è il colore dell’auto che importa, ma l’uso che se ne fa. Quella è un’auto di servizio, non la usa solo il sindaco. E poi avrà 15 anni… Non mi sembra questo il problema. E mi permetto di dire che questo non era uno spreco. Poi ognuno decide come ritiene opportuno, ci mancherebbe”.

Cosa farà domani Luigi Dalla Via?

“Domani non so, da lunedì invece tornerò al mio lavoro. Sono stato in aspettativa per dieci anni, quella ditta ora non c’è più, è stata assorbita dalla Frau Impianti. Lavorerò lì”.

La cui sede peraltro si trova a Schio in via Luigi Dalla Via…

“Scherzi del destino. E’ un mio omonimo, non parente. Industriale dei primi del ‘900 e fondatore della Carrozzeria Dalla Via, dove ho lavorato per 25 anni. Fui assunto nel 1979 dal figlio, Andrea”.

Quali mansioni ricoprirà alla Frau Impianti?

“Il ruolo è ancora da definire, ma credo che mi occuperò del settore acquisti”.

Soprannome garantito, la chiameranno il sindaco…

“Ma no… non credo”.

Nella sua vita ci sarà ancora spazio per la politica?

“Certo. Sono iscritto al Pd. E sono pronto a dare una mano”.

di redazione Thiene on line

 

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