Prima la Lombardia, secondo il Veneto. Terzo il Lazio. E’ la classifica delle Regioni che negli ultimi tre anni hanno speso di più in ticket sanitari. Vale a dire la somma impiegata per l’acquisto di medicinali distribuiti dai Servizio sanitario nazionale, per il pagamento dei ticket per visite ed esami specialistici e diagnostici, oltre a quello per le cure di pronto soccorso. Una spesa

che mediamente, in Italia, sempre negli ultimi tre anni, è cresciuta del 25% arrivando a toccare la stratosferica quota di 2,9 miliardi di euro l’anno (nel 2010 la spesa era stata di 2,2 miliardi). Dai dati della Corte dei Conti, elaborati dall’Agenzia Ansa, emerge che i lombardi hanno speso 490 milioni di euro per queste spese sanitarie, seguiti dai veneti (319 milioni), dai laziali (281 milioni), mentre al quarto posto c’è la Campania, con 238 milioni di euro.

Insomma, un salasso. Frutto in gran parte dell’introduzione, nel 2011, del ticket di 10 euro su prestazioni di diagnostica e specialistica. Ma tutto questo, se abbinato al periodo di crisi feroce che stiamo attraversando, porta sempre più famiglie a risparmiare sulla salute e quindi a scegliere di non curarsi, come denunciato recentemente da diverse associazioni. Un allarme simile lo lancia Emergency, che in Italia gestisce tre poliambulatori, uno dei quali in Veneto, a Marghera. “Quando abbiamo aperto, nel 2006, si diceva che curassimo soprattutto extracomunitari – spiegano dall’Associazione fondata da Gino Strada -. Ebbene, non è più così: sempre più italiani si rivolgono alle nostre strutture. Ed è un sacco di gente che per motivi economici è tagliata fuori dal diritto alla salute”. E lo stesso Strada precisa: “Questo è un sintomo della sanità devastata non solo dagli scandali, ma dalla ‘quotidianità’. Negli ultimi due, tre anni abbiamo ricevuto decine di richieste di aprire poliambulatori, ma anche gestire ospedali in Italia”.  

Per uscire da questa situazione, la Corte dei Conti, tra i vari suggerimenti, indica il fissare un tetto alla spesa massima, modulare i ticket dei farmaci in base al reddito dell’assistito e aumentare al tempo stesso le spese per le cosiddette “cure inappropriate”, vale a dire quando un paziente si presenta al pronto soccorso senza un valido motivo. 

di redazione Thiene on line

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