Riceviamo da Alberto Rigon, membro del direttivo del Pd di Breganze e dell’Assemblea Nazionale del Pd.
Poco meno di un anno fa è stato nostro ospite a Breganze il senatore del Partito Democratico Felice Casson. Quando ieri ho appreso degli arresti eccellenti avvenuti in Veneto ho ripensato al dibattito che c’è stato, all’invito di Felice a continuare ad annaffiare il seme della legalità e dell’impegno civico. Ho ripensato anche alle battaglie in “solitaria” condotte con pochi ma agguerriti amici contro il progetto di Superstrada Pedemontana Veneta che a Breganze e non solo fa scempio del territorio e della ragione in nome di interessi privati mascherati da operazioni finanziarie (project) volutamente incomprensibili ai più. Ho rivisto nella memoria i miei confronti serrati con l’Ing. Fasiol e l’assessore Regionale Chisso (entrambi da ieri in prigione) laddove contestavo loro dati, affermazioni, progetti. Scontri molto duri, come quello avuto durante l’incontro pubblico nell’estate del 2011 al palazzetto dello sport di Breganze, nel silenzio totale di altre forze politiche, civiche, movimenti di opinioni, singoli soggetti con l’autorevolezza per farli.
Ciò non toglie il fatto che rimango garantista e non mi avventuro assieme ai tanti altri che in queste ore hanno lanciato la caccia alle streghe laddove, come già successo in molti casi, il dibattito processuale potrà dimostrare l’eventuale estraneità di alcune persone coinvolte dai fatti contestati. Rimane comunque il mio discrimine politico e civico: tra chi non ha avuto il coraggio di dissociarsi dal sistema e chi invece lo ha fatto, tra chi ha atteso che gli eventi facessero il proprio corso e chi ha lavorato, non solo a parole, perché le coscienze civiche dei cittadini fossero sempre allenate. Tra chi ora salta sul carro della legalità e si autoproclama unico detentore di valori e principi etici e chi il carro lo ha sempre tirato.
Alberto Rigon