Antichi oratori medievali, affreschi che ci rimandano a reminiscenze e suggestioni giottesche, piccoli campanili che svettano sulle colline della pedemontana vicentina. Rimangono ormai solo poche ore per ammirare e apprezzare le oltre centocinquanta fotografie esposte fino a domenica 4 maggio alla Biblioteca Civica di Thiene
in una interessante mostra allestita da Bruno Dalle Carbonare, Giuseppe Stella, Valter e Luca Borgo. Un viaggio fotografico “Nelle antiche pievi”, questo il titolo della mostra, tra storia, arte e fede, che consente di conoscere ed apprezzare il prezioso patrimonio storico, religioso e artistico del nostro territorio come ha sottolineato il sindaco di Thiene Gianni Casarotto, ringraziando i fotografi che da anni portano avanti una meritoria azione di recupero e di valorizzazione dei nostri paesi.
Quattro fotoamatori “che da lungo tempo hanno scelto di fare un ‘uso sociale’ delle loro competenze in ambito fotografico” come ha affermato il prof. Liverio Carollo nella sua dettagliata e approfondita presentazione.
“Le chiesette del Pedemonte fanno parte del nostro patrimonio storico-artistico e soprattutto umano – scrive Liverio Carollo – Io da piccolo abitavo a Mortisa di Lugo e ogni mattina quando mi svegliavo, dalle piccole finestre della camera vedevo il colle di San Piero a Mare, dove sorge l’omonima chiesetta. Non so, sarà un imprinting, ma io non riesco a immaginarmi un paesaggio pedemontano senza una chiesetta. Sono chiese che, a rintracciarne la nascita, ti portano a sondare la storia in profondo. Certe ti portano fino agli albori del Cristianesimo in loco, altre sono nate ad opera dei frati Benedettini (San Zeno di Mosson, Santa Anastasia lungo l’Igna a Grumolo). Altre sorsero nei pressi di ospizi per viandanti, lungo le vie di grossa comunicazione di allora, come a Brancafora o di San Pietro nella Val d’Astico.
Certi oratori sono nati per volontà di ricche famiglie o di signorotti e possidenti locali, segni di fede e di prestigio, come la chiesetta di Santa Lucia, voluta dai Capra a Carré, o San Valentino a Salcedo sul colle di Santa Anna, voluta dalla ricca famiglia dei Pajello.
Tutti gli edifici sacri sono pregevoli per l’architettura (il campaniletto traforato, l’abside circolare graziosa, la decorazione del sottotetto…), e diventano interessantissimi quando contengono affreschi (San Giorgio a Velo, San Vincenzo a Thiene e San Biagio a Grumolo)”.
La rassegna presenta trenta chiesette pedemontane, “testimonianze di umanità”. Per ogni chiesa c’è una succinta scheda storica introduttiva. Seguono cinque-sei foto che la illustrano, che colgono gli aspetti salienti di ogni edificio sacro. Ma il taglio della foto non è mai improvvisato, scontato. L’obiettivo dei fotoamatori mira a colpire ed emozionare.
Una mostra che vuole essere anche un invito al visitatore. Il prof. Carollo conclude infatti cosi’ la sua presentazione: “Cominciamo intanto col riconoscerle e visitarle. E’ il primo passo. Ma non andiamoci in auto. Accostiamoci pian piano, a piedi, con un po’ di fatica, come facevano i nostri antenati, con animo sereno. Coglieremo così anche il fascino discreto del paesaggio, del colle, della cavedagna, della siepe, il contesto, cioè, in cui sono inserite. Coglieremo così l’umile grazia della loro architettura, la fiammata mai spenta del lacerto pittorico, l’arte e la poesia nel messaggio che ci mandano. Perché abbiamo bisogno di arte e di poesia, di commuoverci, in questo frangente storico, con questa crisi che pare inasprirci nell’animo, che sembra renderci più duri, meno disponibili verso gli altri”.
La mostra, a ingresso libero, rimane aperta fino al 4 maggio. Orari: venerdì 15-19, sabato e domenica ore 10-12 e 16-19.