Il ritornello è noto a tutti: qualità prossima allo zero, beni venduti a prezzi stracciati, guadagni enormi per chi li produce, almeno fin quando vengono scoperti. Accade ormai da molti anni. Ma a volte è anche peggio. C’è chi usa materiali tossici. O che produce generi alimentari senza alcun criterio d’igiene,
con evidenti rischi per la salute di chi quella roba prima o poi mangerà. L’ennesimo episodio è appena accaduto in Veneto, a Povegliano Veronese, dove la Guardia di Finanza ha sequestrato una tonnellata di spaghetti, rigorosamente made in China, come spesso accade. Nessuna dicitura sulle etichette, come invece previsto dalle leggi italiane. E, soprattutto, il capannone dove i generi alimentari venivano prodotti calpestava qualsiasi buon senso in fatto d’igiene. O, come scrivono i finanzieri nel loro rapporto, “il capannone era privo delle basilari norme igienico-sanitarie”. Insomma, quel posto era una fogna. “Si tratta di un fenomeno illegale, che deve spaventare tutti, verso il quale nessuna tolleranza è possibile, magari in nome dell’esotico commenta duro l’assessore regionale alla tutela del consumatore, Franco Manzato -. Encomio pubblico alla Guardia di Finanza e in generale alle forze dell’ordine: in vicende del genere non c’è nulla di pittoresco ma solo, semplicemente, un reato da prevenire e reprimere, che può avere conseguenze pericolose”.
“Qui siamo ben oltre la truffa in commercio o i reati fiscali per evitare di pagare il dovuto al fisco – aggiunge l’assessore -. Siamo anche oltre il malcostume: non è pensabile che chi viene a lavorare nel nostro paese ignori ogni regola, di buon senso e di legge. Il sequestro è il minimo: serve tantissima attenzione, fatta anche di conoscenze. Le diciture sulle confezioni di alimenti non sono coreografia perché devono permettere di risalire lungo la filiera e di dare ai consumatori elementi utili per la scelta. Non sono eliminabili e semmai sono da implementare e rendere ancora più semplici e chiare. Da questo punto di vista l’assessorato alla tutela del consumatore del Veneto sta operando da anni, sia per appoggiare l’azione delle forze dell’ordine sia per far sapere ai potenziali acquirenti quali rischi si corrono acquistando alimenti, ma anche giocattoli, accessori, vestiti, borse e quant’altro, che non riportano le corrette etichette identificative o, peggio, le falsificano”.
A supporto di questo lavoro, l’assessorato ha anche creato il blog www.venetoconsumatori.it, per trovare segnalazioni, o inviarne di proprie in caso di difficoltà o dubbio, con la certezza di avere risposte da professionisti e specialisti.
di Redazione Thiene on line