Con un campionario orafo da circa 100mila euro in auto, stava raggiungendo un’azienda di preziosi per lavoro quando, all’altezza di Villaverla, si è accorto di essere seguito da una Skoda Yeti con un uomo e una donna a bordo e ha chiamato immediatamente i carabinieri.

I sospetti del rappresentante di Costabissara si sono poi rivelati attendibili. La coppia sull’utilitaria, due nomadi, madre e figlio, sono poi stati arrestati dai carabinieri di Vicenza e della compagnia di Thiene, al termine di un lungo inseguimento a tutta velocità, durato almeno venti chilometri. A finire in manette, per resistenza a pubblico ufficiale, Daniela Braidic e Maik Lovacovic, di 49 e 26 anni, entrambi di Mira, disoccupati e con precedenti. Il giovane in particolare aveva un divieto di ritorno a Vicenza. Alla vista dei militari i nomadi hanno prima evitato il posto di blocco poi sono corsi fino al capoluogo, passando per Montecchio Precalcino e Dueville, percorrendo anche dei tratti in contromano e rischiando più volte degli incidenti.

E avevano più di qualche motivo per scappare: in auto, nella cuffia del cambio, tenevano una forbice da elettricista e sotto il sedile del conducente un paio di guanti da lavoro e un berretto di lana. Il kit, secondo gli investigatori, per mettere a segno un furto o una rapina. Ai danni dell’orafo, appunto. La donna, tra l’altro, ha già fatto esperienza in merito: è già stata arrestata nel 2006 dalla squadra mobile di Vicenza, nell’ambito dell’operazione “Easy Gold”: con lei altre quindici persone, tutti nomadi, accusate di aver  compiuto furti e rapine ai danni di rappresentanti orafi.

di Redazione Thiene on line

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