di Valentina Ruzza

In un mondo spesso guidato dalla fretta, dalla competizione e dall’indifferenza, Papa Francesco ha rappresentato un faro di umanità. Il suo pontificato è stato, sin dall’inizio, segnato da un gesto rivoluzionario: lo sguardo. Quello sguardo umile e profondo che ha sempre cercato gli ultimi, i dimenticati, i fragili. Dall’abbraccio con i migranti di Lampedusa al lavaggio dei piedi ai carcerati durante il Giovedì Santo, Bergoglio ha ribaltato la narrazione di potere della Chiesa, riportando il Vangelo nelle periferie esistenziali. “Ogni volta che entro in questi posti mi domando: perché loro e non io?” ha detto durante una delle sue tante visite al carcere di Regina Coeli. Una frase che racchiude un’intera visione del mondo, in cui il giudizio lascia spazio alla compassione e il privilegio diventa responsabilità. Papa Francesco ha scelto di abitare Casa Santa Marta invece dell’appartamento papale, di usare una Ford Focus invece della papamobile blindata, di parlare con i gesti prima che con i proclami. “Chi non vive per servire, non serve per vivere” è stata una delle sue frasi-simbolo, il cuore pulsante di una missione che ha attraversato confini geografici, religiosi e ideologici. La sua umanità non è mai stata solo emozione o retorica: è diventata azione concreta. Ha denunciato la “cultura dello scarto” che emargina gli anziani, i poveri, i disabili. Ha parlato di “tenerezza come arma del coraggio”, in un mondo che confonde forza con arroganza. Ha chiesto di costruire “ponti, non muri”, ricordandoci che la pace inizia da un incontro. Persino nei suoi ultimi giorni, debilitato da una polmonite bilaterale, ha scelto di passare il Giovedì Santo in un carcere. Non un gesto simbolico, ma un testamento spirituale. Fino all’ultimo respiro, ha voluto stare dove la dignità ha più bisogno di essere ricordata. “Dio non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono.” Questa frase, pronunciata nei primi mesi del suo pontificato, risuona oggi più che mai come l’eredità di un Papa che ha saputo rendere la misericordia uno stile di vita. Papa Francesco non ha solo parlato di Cristo. Lo ha incarnato. E nella sua voce stanca, nei suoi gesti semplici e nella sua presenza tra gli ultimi, milioni di persone – credenti e non – hanno riconosciuto qualcosa di eterno.

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