In un’epoca in cui anche il peso dello zaino è diventato un problema da risolvere con un trolley, Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, prende una posizione netta: “Portare il peso dei libri è una chiara metafora della vita: se vuoi vivere davvero, farai fatica”. Un’osservazione semplice ma potente, che diventa punto di partenza per una riflessione più ampia sulla società contemporanea e sul ruolo – spesso eccessivo – dei genitori nella vita scolastica dei figli.
Crepet non si limita a criticare il trolley come simbolo di un’educazione iperprotettiva. Va oltre: contesta una cultura che tende a rimuovere qualsiasi ostacolo dal cammino dei bambini e dei ragazzi. “Vedo tantissimi genitori che accompagnano i figli a scuola anche durante gli anni del liceo. Mio padre, invece, non sapeva nemmeno dove fosse il mio liceo. Secondo lui, quella era una mia responsabilità. Oggi, appena il ragazzo varca la soglia dell’istituto, apriamo il registro elettronico per controllare se è stato interrogato. Siamo sempre lì, a supervisionare, ad aggiustare, a correggere.”
Secondo Crepet, questo atteggiamento genitoriale rischia di trasmettere un messaggio pericoloso: che non sia poi così importante impegnarsi, perché comunque il futuro è assicurato. “Oggi registriamo il 99,9% di promossi. Preferiamo i maestri delle pacche sulle spalle a quelli scomodi. È come dire a un ragazzo o a una ragazza: se studi o non studi fa lo stesso, tanto erediti.”
Un futuro “ereditato”, dice Crepet, è un futuro privo di significato. “Il futuro non è da ereditare. Il futuro è fare.” E aggiunge un monito che suona quasi come un’educazione sentimentale al contrario: “I soldi non possono comprarti l’amore, i sogni. Al contrario, sono i sogni che a volte fanno arrivare i soldi.”
Alla base di tutto, per Crepet, c’è il concetto di desiderio. E il desiderio, spiega, nasce dalla mancanza, dalla fatica, dalla necessità di voler raggiungere qualcosa che ancora non si possiede. “Per educare – conclude – è necessario togliere, non aggiungere. Solo così si allena al desiderio.”
In un momento storico in cui il benessere dei figli sembra spesso coincidere con la loro protezione da ogni disagio, Crepet ci invita a riflettere su un’idea diversa di cura: quella che prepara alla realtà, che non rimuove la fatica, ma la trasforma in risorsa. Anche, e forse soprattutto, partendo dallo zaino pieno di libri. Questi messaggi molto siginificativi, Paolo Crepet li sta portando in giro per l’Italia con lo spettacolo “Mordere il cielo”. A settembre sarà a Vicenza.
