Si terrà questa sera alle 20.30, nella sala conferenze della Biblioteca di Piovene Rocchette, l’incontro “Comprendere il fine vita per una scelta consapevole”, promosso dal Circolo del Partito Democratico locale. Protagonisti saranno Federico Zilio, ricercatore e docente dell’Università di Padova, e Paolo Forzan, medico generalista e consulente in cure palliative.

L’iniziativa vuole offrire un’occasione di confronto aperto e privo di retorica su un tema ancora spesso considerato tabù: il fine vita. Si parlerà di strumenti legislativi come le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e la Pianificazione Condivisa delle Cure (PCC), per aiutare i cittadini a compiere scelte consapevoli e condivise con i propri cari, anche nei momenti più difficili.

Un tema delicatissimo che non può non essere affrontato dato che all’interrno della regione Veneto  c’è un sollecito costante perchè il Veneto segua l’esempio della Toscana e realizzi una legge vera e propria. La breccia aperta dalla Toscana ora potrebbe avere un importante effetto domino perché le altre Regioni nei prossimi giorni affronteranno il tema con un obiettivo preciso: evitare differenze a livello regionale e trovare una linea comune in attesa che finalmente il Parlamento – dove dopo un lungo stallo si comincia a muovere qualcosa – batta un colpo. Il rischio altrimenti potrebbe essere quello di trasformare la Toscana in una sorta di “piccola Svizzera” a cui si potrebbero rivolgere i pazienti delle altre Regioni che dopo aver bussato alla porta delle Asl sotto casa potrebbero spingere per accedere al percorso del suicidio assistito definito dall’unica Regione che ha disciplinato il terreno minato del fine vita. Ovviamente tra i governatori non mancano le divisioni, ma ora l’urgenza di intervenire in qualche modo si è fatto più pressante come ha sottolineato più volte il governatore del Veneto Luca Zaia e per ultimo il presidente della Lombardia Attilio Fontana che nei giorni scorsi si è rivolto al presidente delle Regioni Massimiliano Fedriga per sollecitare un intervento comune. L’idea più ambiziosa è quella di arrivare a delle linee guida comuni, magari sulla falsariga proprio della legge regionale toscana.

In Veneto dal 2019 ad oggi,  sono state 7 le richieste di fine vita:  solo 3 hanno avuto il benestare del comitato etico dell’Ulss di appartenenza e solo 2 sono arrivate a una gestione del fine vita. È un tema profondamente delicato, è un tema che ovviamente prevede anche una libertà di coscienza perché ci sono posizioni diverse, ma è altrettanto vero che non possiamo vivere nell’ipocrisia di far credere ai cittadini che il fine vita da un punto di vista normativo non esiste, perché non è così.

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