In Veneto solo il gioco d’azzardo censito (quello regolare) ha raggiunto “l’incredibile cifra” di cinque miliardi un milione 716.000 euro, rispetto ai due miliardi 954 milioni del 2020. Una crescita che preoccupa per l’aspetto patologico della ludopatia, che colpisce un po’ tutti, e negli anni ha toccato sempre più i giovani. A questa piaga, che porta con sé seri problemi di salute personale, familiari, sociali è dedicato il Progetto “Cambio Gioco” realizzato dall’Ulss 6 Euganea e finanziato dal ministero della Salute che, dal 10 marzo a oggi ha realizzato incontri, dibattiti, relazioni di esperti, trasmessi sui canali social dell’Azienda sanitaria patavina, affrontando tematiche legate alla prevenzione e spaziando tra vari ambiti come salute, educazione filosofia, neuroscienze e relazioni di cura. All’evento conclusivo di oggi, a Padova, è intervenuta l’assessore regionale alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin. Protagonisti, tra gli altri, il dg dell’Ulss Paolo Fortuna, il presidente della Conferenza dei sindaci Filippo Giacinti, Don Diego, responsabile dell’ufficio pastorale giovani della Curia padovana, che si occupa specificamente di tali problematiche. “Da questa meritoria iniziativa- ha detto Lanzarin- emerge tutta l’importanza della prevenzione anche sul gioco d’azzardo, una patologia grave, ma curabile se intercettata precocemente. Come Regione abbiamo una legge specifica dal 2019, che organizza e regola prevenzione, intercettazione della persona ludopatica, cura e infine riabilitazione. Un percorso completo e opportuno, perché i dati dimostrano che bisogna sempre di più lavorare, informare, sensibilizzare, prevenire, coinvolgere le scuole con le agenzie educative, soprattutto perché, parlando di giovani, abbiamo di fronte il problema del gioco on line che non è intercettato”.

Nelle Aziende sanitarie ci sono ambulatori dedicati, nei Serd e nei Dipartimenti legati alle dipendenze e comunità riabilitative dedicate. “Non si deve abbassare la guardia, perché il fenomeno è in crescita soprattutto tra i giovani e le conseguenze della ludopatia sono gravi sia dal punto di vista sanitario, che sociale, che famigliare”, ha aggiunto Lanzarin. L’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori (raccolta) riscontra una crescita esponenziale che appare “attualmente inarrestabile”: si stima che la raccolta complessiva da gioco d’azzardo lecito nel 2024 abbia raggiunto in Italia il record di 160 miliardi di euro, “somma ben superiore al Fondo Sanitario Nazionale”, si fa notare in Veneto. Di questa cifra si stima che circa il 54% sia riferibile al gioco on line, circa il 46% al gioco su rete fisica. In Veneto il giocato per la sola rete fisica si attesta sui cunque miliardi di euro. Il numero di apparecchi per il gioco p in lieve flessione: le Vlt (Video lottery terminal) sono nel 2024 5.506, mentre le Awp (Amusement with prices) o new slot sono 19.888. Nel 2023 erano rispettivamente 5.524 e 20.082. Le Sale Vlt sono nel 2024 377, gli esercizi Awp sono 4.009. Quindi un quadro “che descrive un fenomeno che ha importanti ricadute sul piano sanitario, socio sanitario e sociale. Ciò è vero in particolare, oltre che per le persone che soffrono di Disturbo da gioco d’azzardo, per le famiglie, che spesso arrivano alla disperazione prima di chiedere aiuto”, evidenzia la Regione.

Risulta inoltre che attualmente il dato italiano sulla prevalenza di gioco d’azzardo tra gli studenti è superiore alla media europea. Il 45% dei ragazzi intervistati ha giocato almeno una volta nel corso dell’anno e di questi il 7% mostra un profilo di gioco problematico. Negli ultimi due decenni, a causa soprattutto della crescente popolarità di smartphone e tablet, i videogiochi sono diventati sempre più diffusi e gli utenti giocano sempre più spesso su questi dispositivi. Tra gli interpellati il 64% ha giocato con i videogiochi almeno una volta nel corso dell’anno e il 53% ha utilizzato i social media per oltre 2 ore al giorno. In questo caso i ragazzi passano il doppio del tempo a giocare rispetto alle ragazze (84% versus 44%). I social sono invece più utilizzati dalle femmine (62% contro 44% dei maschi).

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia