Parere favorevole della giunta comunale di Colceresa alla richiesta di variante urbanistica di Faresin, ma a precise condizioni: 25 posti di lavori per i colceresini, la creazione di un bacino di mitigazione idraulica e di una comunità energetica, oltre a creare una ‘barriera verde’ attorno allo stabilimento che l’azienda di Breganze vorrebbe costruire su una fetta di campagna di Villaraspa. Ma sarà il Suap prima, e il consiglio comunale poi, a dire se i 25mila metri quadrati del nuovo polo Faresin potrà sorgere. Tra un mese la conferenza di servizi che dovrà raccogliere i pareri di tutti gli enti sovra e extra comunali chiamati in causa.
Mentre non cessa la battaglia di chi, sia in paese che in Regione, osteggia il progetto, nei vari uffici l’iter della richiesta di variante al Pati fatta da Faresin lo scorso 27 gennaio procede spedito. Dopo la convocazione della conferenza di servizi arriva la delibera di giunta. Un parere favorevole dato lo scorso 5 marzo che, in caso di adozione della variante, detta condizioni precise all’azienda di Breganze. L’arrivo di Faresin a Colceresa, per l’amministrazione comunale targata Costa, può avere “delle ricadute positive” come messo nero su bianco sulla delibera di giunta n. 21 del 5 marzo, ma solo con precise condizioni. Che l’azienda crei un bacino di mitigazione idraulica per la raccolta delle acque meteoriche oltre una sorta di ‘barriere verde’ attorno allo stabilimento e, in più, la piantumazione di un bosco urbano nei 16mq che restano vincolati lungo il torrente Valderio. Ma non solo. Dovrà garantire la metà dei 50 posti di lavoro previsti agli abitanti di Colceresa e creare una nuova comunità energetica per le vicine case e capannoni.
Incassato questo parere, il lavoro del Suap ora procede spedito verso il prossimo 17 aprile, giorno in cui verrò convocata la prima seduta della conferenza di servizi istruttoria. Attorno a questo tavolo si riuniranno tutti gli enti chiamati in causa dalla domanda di variante urbanistica fatta da Faresin.. Dovranno dire la loro, infatti, l’amministrazione provinciale di Vicenza, l’Ulss, il Genio Civile con la Regione Veneto, il Consorzio di Bonifico Brenta, l’Etra, la Struttura di progetto della Pedemontana Veneta e anche l’amministrazione comunale di Pianezze che con Colceresa condivide il Pati di zona. Tutti questi enti, per quanto di loro competenza, dovranno dire se la trasformazione urbanistica chiesta da Faresin può essere fatta o meno. Ovvero se il terreno agricolo può diventare produttivo e accogliere il progetto. Ma determinante e tombale sarà la decisione che verrà presa dal consiglio comunale. Nel frammezzo dovrebbe collocarsi la tanto richiesta, da parte dei cittadini, assemblea pubblica.
Si allarga il fronte ‘no cementificazione’ creato da quei cittadini che vivono a ridosso dei campi attualmente agricoli. Un fronte che ha ricevuto l’appoggio di una parte della politica regionale, con i consiglieri Masolo e Zanoni, e che adesso trova il sostegno anche del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa che, oltre avere fatto richiesta di accesso agli atti a Colceresa, chiede di essere inserito alla conferenza di servizi “come controparte interessata, in quanto associazione che per statuto si occupa di Pedemontana Veneta. Chiediamo l’accoglimento formale della nostra presenza dato che in quell’appuntamento sarà presente anche la Società di gestione della SPV. Ci rivolgeremo a tutti gli invitati a quella conferenza per spiegare quanto da noi rilevato”.
P.V.
