Il giallo delle telecamere comunali di Thiene, che sarebbero state scollegate dalla rete disponibile alle forze dell’ordine, ora è nelle mani del Garante della Privacy. Dopo una battaglia a suon di mozioni e interrogazioni, “ma ho sempre ricevuto risposte fumose dal sindaco”, la consigliera comunale Giulia Scanavin si è rivolta al Garante per la protezione dei dati personali: “impensabile e grave che le immagini dei nostri figli inquadrati da queste telecamere finissero nelle mani di chissà chi e che il Comune si ritenga ‘spogliato’ della titolarità della privacy”.

A quasi un anno dalla lettera dell’allora Comandante della Polizia Locale Nevi, Giovanni Scarpellini, che rivelò la gestione ‘irregolare’ di alcune telecamere, la consigliera comunale Scanavin consegna tutte le carte al Garante della Privacy: “non c’è mai stata, e non c’è, chiarezza su chi è il titolare del trattamento dei dati della videosorveglianza comunale. E’ una situazione che va sanata e, da quando ho cominciato ad interessarmi di questa vicenda, qualcosa è cambiato-spiega la consigliera comunale di Fratelli d’Italia- Mi sono sempre chiesta come si siano sentiti i genitori del ragazzino aggredito alla piastra Miotto”. Una violenza che accese i riflettori sulle telecamere montate nell’impianto sportivo ma che al Comando in via Rasa non riuscivano a trovare nel loro ‘centralone’. Eppure, e questo particolare mise in allerta l’allora Comandante, erano affissi i cartelli che indicavano la polizia locale quale responsabile della registrazione. Quelle preziose immagini che immortalavano la violenza ai danni di un minorenne divennero frame ‘fantasma’ per la polizia locale perché, si scoprirà più tardi, anziché confluire in Comando andavano all’ufficio comunale di ecologia. “Quindi chi le guardava?-torna a chiedere la consigliera Scanavin-Ma, cosa ancora più allarmante, chi poteva avvisare la polizia locale di un eventuale crimine o infrazione se le immagini finivano all’ufficio ecologia? Alle tante mie domande e richieste, è singolare una risposta  che mi venne data dal dirigente del settore ecologia. Anzi, una non risposta visto che ha glissato alla mia richiesta di sapere chi gestiva le stand alone, ossia le telecamere ‘irregolari che riprendevano scuole e piastre sportive”. 

Seppur tra ottobre e novembre dello scorso anno a Thiene si sia cercato di ‘sistemare’ la faccenda delle telecamere, con pc e password nuovi consegnati in via Rasa, sarebbe ancora irrisolta la questione della titolarità della privacy. “Il sindaco, continua a dichiararsi estraneo alla questione, caricando la titolarità e la responsabilità del trattamento dati al solo comando di Polizia, però quando è andato dal Prefetto Vicenza lo scorso dicembre si è palesato, e firmato per il protocollo d’area per l’attuazione della sicurezza urbana, come ‘titolare’ della privacy della videosorveglianza comunale. Assurdo- continua Scanavin che torna sul motivo che l’ha spinta a rivolgersi al Garante per la Privacy-Ho pensato a quei genitori che si son visti tornare a casa il proprio figlio pestato e preso a botte in un impianto sportivo comunale. Alla loro speranza che riposero in quelle telecamere che riprendevano i colpevoli di tanta violenza. Per questo motivo ho deciso di segnalare al Garante della Privacy una situazione che andava sanata: per quel ragazzo e per la famiglia. Per le fumose risposte ricevute dal primo cittadino e dalla sua amministrazione. Non posso nemmeno immaginare come mi sarei sentita io, se fosse capitato ad una delle mie figlie: per lo meno impotente di fronte a tali errori di gestione delle immagini, della privacy, della nostra nostra sicurezza e di quella dei nostri figli”.

Paola Viero

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia