L’atto di fondazione dell’Istituto Giovanni Treccani, il 18 febbraio 1925, era la prima pietra della costruzione dell’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, conosciuta come l’Enciclopedia Italiana o semplicemente La Treccani. Cento anni fa si ponevano le premesse per la nascita della colossale opera che doveva costituire il monumento alla cultura italiana. Il ritardo rispetto ad altre esperienze europee derivava dal ritardo con il quale si era completato il processo di unificazione della Penisola e sulla caratteristica della coesistenza di dialetti locali radicati e con struttura linguistica propria, eredità della storia stessa degli Stati italiani e delle dominazioni straniere. L’italiano di Dante, già individuato come idioma nazionale, doveva ancora essere consacrato come patrimonio comune. La grande mobilitazione di massa per la guerra 1915-1918 aveva rivelato un diffuso analfabetismo delle masse popolari e di conoscenza linguistica limitata alla parlata locale. L’italiano era dunque la lingua delle classi colte, ed era persino di recente introduzione nella corte dei Savoia, che notoriamente si esprimevano in francese o in piemontese. Si consideri, a titolo di raffronto con uno stato nazionali plurisecolari, che l’Encyclopédie, o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, di Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond D’Alembert, vede la luce nel 1751 prendendo le mosse dall’idea originaria di tradurre la Cyclopaedia, o Dizionario universale delle arti e delle scienze dell’inglese Ephraim Chambers, del 1728.
Un mecenate, Gentile come direttore e le personalità di spicco
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