Focus– Il saluto romano è tuttora un simbolo legato alla dittatura fascista in Italia e a tutti gli altri fascismi che si diffusero in Europa nel ventesimo secolo. Il gesto di Elon Musk e il dibattito che ne è seguito (“era davvero un saluto romano oppure no?”) riportano alla luce anche false credenze legate al braccio destro alzato. Lo dimostra il tweet, subito rimosso da X, di Andrea Stroppa, il referente italiano di Musk: la foto del fondatore di Tesla mentre alza il braccio con la frase “L’Impero Romano è tornato a partire dal saluto romano”.

Ma c’è un errore storico in questo post: l’iconico gesto non c’entra nulla con l’Impero o con l’Antica Roma. Qual è dunque la vera origine del saluto romano?

La vera origine del saluto romano

Il quadro rappresenta tre fratelli, gli Orazi appunto, che prestano giuramento al padre alzando il braccio destro. La scena raffigurata è ambientata nel periodo dell’Impero romano e si basa su una leggenda. Per porre fine alla guerra tra Roma e Albalonga, vengono scelte due famiglie che dovranno scontrarsi e stabilire il vincitore. La battaglia avviene così tra i fratelli Orazi e i fratelli Curiazi. Sopravviverà solo uno degli Orazi, guadagnando la vittoria per Roma.

Come si salutavano i Romani?

Gli antichi romani, per la verità, si salutavano semplicemente alzando la mano destra all’altezza dell’elmo con il palmo rivolto verso l’esterno, come a volte facciamo anche noi quando la persona che conosciamo è a qualche metro di distanza. A volte, ad esempio per siglare un accordo, si stringevano la mano.

Qual è il significato del saluto romano?

All’epoca dell’Impero romano, era possibile che i soldati salutassero l’Imperatore alzando il braccio destro. Era una forma di giuramento di fedeltà e lealtà, un gesto eseguito per rendere onore al sovrano. Ma non veniva eseguito spesso e non era di certo il saluto abituale tra i romani.

In seguito, è diventato simbolo del regime fascista e poi nazista. Per Benito Mussolini, infatti, era un modo per celebrare i fasti del passato e rimarcare il legame tra l’Italia e l’Impero romano. Ma, come abbiamo visto, si trattava solo di una storia inventata a scopo di propaganda e per generare l’entusiasmo nei confronti del fascismo e dei suoi valori.

Come il saluto romano è diventato un simbolo del fascismo

A partire dalla scorretta interpretazione del Giuramento degli Orazi, la falsa credenza del saluto romano come simbolo dell’antico Impero si tramandò e arrivò fino al Novecento. In quell’epoca si stava diffondendo anche una forma d’arte molto potente, basata sulle immagini in movimento, che ancora oggi ci tiene incollati a uno schermo: il cinema.

Nel 1914 uscì Cabiria, un colossal italiano muto, che raccontava le vicende di una bambina, Cabiria appunto, costretta a fuggire da una Catania distrutta dall’Etna in eruzione. Il film, che all’epoca ebbe un grande successo, era ambientato proprio nel periodo romano e riproponeva il gesto del braccio alzato come saluto.

A Mussolini e deve essere piaciuto se pochi anni dopo diventa il saluto ufficiale tra le camicie nere, i militanti fascisti, e nel 1925 con un Regio Decreto viene esteso alle amministrazioni pubbliche, alle cerimonie e in generale a tutti i cittadini italiani.

Perché il nazismo ha copiato il saluto romano

Adolf Hitler viene eletto Cancelliere nel 1933, quando Mussolini è già al potere da undici anni. I due si incontrano la prima volta nel 1934 e negli anni successivi diventano alleati stretti. A Hitler il gesto adottato da Mussolini piace al punto che decide di copiarlo.

Ma un dittatore che afferma che il suo popolo è superiore a tutti gli altri non può certo ammettere di copiare qualcosa da una nazione straniera, per quanto amica. Decide così di modificarlo leggermente (il saluto nazista è una mano destra alzata con il palmo rivolto all’esterno e non verso il pavimento) e di attribuirgli un’origine legata agli antichi popoli germanici. Di nuovo, non era vero nulla.

Fonte Focus.it

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