Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Busto Arsizio, Veronica Giacoia, ha inflitto una condanna a due anni e sei mesi a Riccardo Bossi, figlio di Umberto Bossi, al termine del processo con rito abbreviato per falsa attestazione finalizzata all’indebita percezione di 43 mensilità del Reddito di Cittadinanza.

La cifra complessiva ottenuta indebitamente tra il 2020 e il 2022 ammonta a circa 12.800 euro.

L’INDAGINE

L’inchiesta era stata avviata nel marzo 2023, quando la Procura ha approfondito una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate riguardante un assegno mensile di 280 euro percepito dal 45enne per coprire l’affitto dell’abitazione in cui viveva. Tuttavia, secondo quanto emerso, Bossi era stato raggiunto da un’ingiunzione di sfratto per morosità già nel 2019 e aveva lasciato l’appartamento nel 2022, rendendo di fatto illegittima la percezione del Reddito di Cittadinanza.

UN PASSATO GIUDIZIARIO COMPLESSO

Questa è la terza condanna per Riccardo Bossi. In passato, era già stato giudicato colpevole di insolvenza fraudolenta e truffa. L’attuale sentenza aggiunge un ulteriore capitolo alla sua storia giudiziaria, segnata da vicende che riflettono un rapporto complesso con le responsabilità legali e finanziarie.

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