Una fine orribile quella dell’83enne di Salcedo, trovato in parte carbonizzato nella sua camera da letto. A farne la macabra scoperta il figlio che ogni giorno lo accudiva. Non i pompieri quindi, come era stato detto nei primi attimi di questa sconvolgente tragedia. Giuseppe Bruno Azzolin viveva da solo: così voleva. Nella sua casa. Ma non in solitudine. Per lui ogni giorno uno dei quattro figli, il più giovane, saliva nel piccolo paese per vedere come stava il papà e sbrigargli qualche faccenda di casa. Per il papà che non ne voleva sapere di vedersi ‘rinchiuso’ in una casa per anziani, il figlio aveva trovato chi gli faceva le pulizie, oltre alla badante.
Da qualche settimana, in più, gli cucinava anche il pranzo e la cena, perché la badante era andata via: in così poco tempo era stato impossibile trovarne un’altra. Così ci pensava lui al papà 83enne. Prima di andare al lavoro e appena finiva. Si metteva in auto e saliva a Salcedo.
Ed è quello che ha fatto anche martedì pomeriggio. Trova nemmeno lui dove sa, la forza di raccontarci quanto ha vissuto. Da quando nel primo pomeriggio di martedì 17 dicembre arriva nella casa paterna. Tutto fuori sembra tranquillo, ma non riesce ad aprire la porta perché, probabilmente, all’interno sono ancora inserite le chiavi. Chiama il papà, ma non riceve risposta. Sono pochi minuti da quando è arrivato, ma bastano per gettarlo nel panico. Spinto dalla paura che all’anziano padre possa essergli capitato un incidente sfonda una finestra. E’ quella del bagno. Entra e nota subito degli stracci a terra. Fa qualche passo e si affaccia alla camera da letto del papà: Giuseppe Bruno è lì, come inginocchiato davanti al suo letto. In parte carbonizzato. Una scena che lo getta nel panico.
Con la disperazione nel cuore chiede aiuto. Chiama i carabinieri che in pochissimo tempo sono lì. Poi in via Garibaldi arrivano i pompieri. Si presenta anche il sindaco di Salcedo. Intanto il figlio resta lì, quasi in disparte da tutto e tutti, avvolto nel suo dolore fino a quando non arriva il carro funebre che porterà la salma del papà all’obitorio dove resterà a disposizione per un’eventuale autopsia. Doverosamente infatti, e quando la morte non è dovuta per cause naturali, la Procura della Repubblica di Vicenza incarica le indagini per capirne le dinamiche. Un atto dovuto, mentre questo figlio non trova le parole per raccontare il vuoto lasciato dalla morte dell’anziano papà.
Paola Viero