Ci accorgeremo della sua assenza dai nostri giardini quando sarà troppo tardi: il riccio europeo occidentale, la creatura spinosa eppure coccolosa che mette il musetto fuori dalla tana soprattutto di notte, è a rischio. A minacciarlo sono le auto che lo travolgono mentre lento e incerto attraversa la strada e la continua contrazione del suo habitat. Una lista aggiornata delle specie minacciate resa pubblica in occasione del vertice sulla biodiversità COP16 delle Nazioni Unite a Cali, in Colombia, ha declassato lo stato del riccio da “minima preoccupazione” a “quasi minacciato”. Il livello successivo nell’elenco tenuto dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) è “vulnerabile”, quindi “in pericolo”.
Il principale killer dei ricci sono le automobili. “Gli umani sono i peggiori nemici dei ricci”, è la sconsolata constatazione di Rasmussen. Per proteggersi da predatori come tassi, volpi e gufi di notte, il riccio usa la strategia di rimanere completamente immobile mentre valuta la minaccia. Se la minaccia si avvicina, corre fin dove le sue piccole zampe riescono a portarlo. Ma se non c’è tempo, si arrotola in una palla, protetta da ben 8.000 spine, affilate al tatto. “Davanti a un’auto, non è una strategia molto valida”, ha detto Rasmussen, che si fa chiamare Dr Hedgehog e parla di questi piccoli mammiferi con grande passione. Altre minacce includono i pesticidi usati da agricoltori e giardinieri e un calo degli insetti che costituiscono gran parte della dieta del riccio.
I ricci vivono in genere per circa due anni, anche se ne sono stati documentati alcuni che hanno raggiunto i nove o i 12 anni. Possono iniziare a riprodursi a partire da circa 12 mesi di età, solitamente dando alla luce tre o cinque piccoli alla volta. “Questo significa che molti ricci riescono a riprodursi una volta, o forse due se sono fortunati, in media prima di morire”, ha detto Rasmussen, giusto quanto basta “per mantenere la popolazione a un certo livello”.
Presto, questo potrebbe non essere più sufficiente. Secondo Rasmussen la lotta per salvare i ricci “si combatterà nei giardini delle persone” mentre le foreste e altre aree selvagge vengono abbattute. Il suo consiglio è di costruire “autostrade per ricci”: in pratica un buco delle dimensioni di un CD nella recinzione esterna per consentire agli animali di entrare dalla strada, con ciotole d’acqua e materiali per nidificare come rifiuti da giardino posizionati all’interno. “La cosa migliore che puoi fare è lasciare che il nostro giardino cresca in modo selvaggio per attrarre tutti gli alimenti naturali del riccio” come insetti, vermi, lumache e limacce”, ha spiegato.
“Il mondo non finirà domani se i ricci si estingueranno”, ha aggiunto, tuttavia “per una specie cosi’ popolare e cosi’ amata, possiamo davvero accettare il fatto che siamo noi a causate la loro scomparsa? E se lasciamo che le cose vadano cosi’ male con una specie a cui teniamo davvero, che dire di tutte le specie cui non teniamo?” La nuova ‘Lista Rossà aggiornata comprende 166.061 specie di piante e animali, di cui 46.337 (più di un quarto) sono a rischio di estinzione.
Agenzia Agi