L’autonomia “è il primo dei diritti civili dei veneti. È il diritto del nostro popolo ad opporsi ad uno Stato ottocentesco che preleva senza dare. È il diritto di resistere per continuare ad esistere”. Specie considerando che il Veneto è “trattato dal centro come una sorta di vera e propria colonia: la differenza tra quello che dà e che quello che riceve è persino imbarazzante. Per fortuna di Roma, però, i veneti sono un popolo pacifico: a leggere certi numeri, sarebbe comprensibile che più di qualcuno alzasse la voce”. Il presidente dell’Intergruppo Lega-Liga veneta in Regione Alberto Villanova suona la ‘carica’ in occasione della prima Giornata dell’Autonomia che si è tenuta oggi a Venezia. Dare autonomia al Veneto “è il minimo sindacale che si possa fare: non tanto e non solo perché è costituzionalmente ineccepibile, ma anche e soprattutto perché rappresenta una frazione di quanto i veneti meriterebbero”. Il Veneto, evidenzia, brilla per “versamenti, tasse, Pil” ed è “in coda alle Regioni quando si parla di spesa pubblica statale per i nostri cittadini. Uno squilibrio vergognoso nei confronti della nostra gente: chi rappresenta il Veneto nelle istituzioni, deve gridare allo scandalo”. E “gli ultrà del centralismo, Pd e 5 Stelle, farebbero bene a studiare i dossier prima di osteggiare la nostra riforma”. E la voce di Villanova non è la sola. I consiglieri regionali leghisti, uno dopo l’altro, colgono l’occasione della prima Giornata dell’autonomia, per difendere e spingere la riforma. “Non è solo una questione amministrativa, giuridica o tecnica, ha anche un risvolto culturale di fondamentale importanza. È importante ribadire che il nostro impegno per l’autonomia è fermo e irrinunciabile”, avvisa Marco Zecchinato, consigliere regionale Lega-Liga Veneta, promotore e relatore della legge sulla Giornata dell’autonomia.

L’autonomia si sta realizzando “e non si torna indietro” dice Zecchinato esattamente come dice Villanova. E come il collega evidenzia i dati: il Veneto è penultimo nella graduatoria della spesa statale regionalizzata. E nel rapporto spesa pubblica rispetto al Pil, il Veneto con il 35,7%, è “nettamente al di sotto della media nazionale”. Ma è anche “tra i migliori pagatori a livello nazionale, un segnale di quanto la nostra regione sia virtuosa nella gestione delle risorse pubbliche. Tutto questo per ricordare che l’autonomia non è una concessione, ma un diritto che il Veneto ha guadagnato. Ora è tempo che la nostra regione ottenga quanto le spetta per crescere, competere, e garantire ai cittadini servizi migliori”. L’autonomia non rappresenta “un atto di concessione, ma un diritto che la nostra regione ha conquistato con impegno e dedizione”, ribadisce Giuseppe Pan (Lega-Liga Veneta) e “non ci fermiamo, perché non si tratta solo di burocrazia o tecnicismi, ma di riconoscere il nostro potenziale per garantire un futuro migliore per tutti”. Anche Pan cita i numeri, perchè i numeri “parlano chiaro: l’autonomia non è solo giusta, ma dovuta e necessaria”. Dunque, “non c’è più spazio per esitazioni”, il “Veneto non può più aspettare. Il cammino verso l’autonomia è irreversibile. Non è solo una questione politica, è una questione di giustizia per tutti i veneti”. A tutto questo il Pd oppone un “vergognoso referendum abrogativo”, ma “noi andiamo avanti senza timori perché questo è la volontà dei veneti”, dice Filippo Rigo (Lega Liga). L’autonomia non è un capriccio, ma un sacrosanto diritto”, insiste Marco Dolfin, altro leghista: il “percorso che stiamo affrontando non prevede alcun dietrofront” e “siamo sempre più vicini a vedere realizzati questi obiettivi”.

Foto di repertorio

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