La vicenda giudiziaria tra il giornalista audace, ma libero Alberto Gottardo e il governatore veneto Luca Zaia si è conclusa con un’assoluzione che chiarisce la libertà di espressione nel contesto della critica politica. Il tribunale, presieduto dal giudice Vittoria Giorgi, ha infatti, stabilito che le espressioni utilizzate da Gottardo, sebbene colorite, non integrano reati di diffamazione. Il pubblico ministero Antonella Framarin aveva chiesto una condanna a 9 mesi di reclusione, supportata da un risarcimento danni di 50mila euro, ma il giudice ha ritenuto che “il fatto non sussiste”.
I FATTI
Le accuse mosse a Gottardo si riferivano a dichiarazioni rilasciate in diverse trasmissioni dal 2017 al 2020, in cui il giornalista non risparmiava critiche nei confronti di Zaia, usando termini come “cretino”, “incompetente” e “laureato in bottiglioni di vino”. Gottardo, difeso dall’avvocato Roberto De Nicolao, ha sempre sostenuto di aver esercitato un legittimo diritto di cronaca e di critica.
In aula è stato ascoltato anche un esperto linguista, il professor Michele Cortellazzo, il quale ha descritto le parole adoperate da Gottardo come appartenenti a un’ingiuria “debolissima” e parte di un nuovo folklore verbale. Ha sottolineato che, sebbene l’insulto esista, il suo peso attuale è molto ridotto rispetto al passato.
Zaia, nel tentativo di risolvere la controversia, aveva offerto a Gottardo la possibilità di scusarsi, ma il giornalista ha rifiutato, mantenendo la sua posizione. “Sono dispiaciuto, perché questo processo è costato tempo e denaro a me e ai veneti”, ha commentato Gottardo, ribadendo che “la critica politica non è reato e la lesa maestà in democrazia non esiste”.
IL DIRITTO DI CRITICA E’ IL SALE DELLA DEMOCRAZIA
Questa sentenza rappresenta un’importante affermazione della libertà di espressione e del diritto di critica, pilastri fondamentali della democrazia.
Una sentenza che si spera dia un pochino di coraggio a chi sta abbassando il livello del giornalismo in Italia. Una professione svalutata da chi non ha compreso il ruolo di chi si dovrebbe fare portavoce del popolo e invece, dà sempre e solo parola ai “potenti”. A chi riporta comunicati stampa senza esercitare quel diritto-dovere di critica per il quale un cronista vero dovrebbe essere preparato. Alcuni nemmeno lo sanno di possedere questa facoltà, che certamente, i novellini del giornalismo di oggi non sanno utilizzare. Altri ne hanno il terrore perchè temono le solite querele, che sembrano diventate lo strumento di personaggi istituzionali che pensano di tappare le bocche della stampa così, senza accettare che quando decidi di rappresentare i cittadini, in qualsiasi gradino della società, devi accettare di essere criticato, devi poter essere messo sulla graticola se il tuo operato, stipendiato con le tasse degli italiani, non è proprio lineare.
Non è proprio il caso del giornalista veneto Alberto Gottardo che da anni ha ben compreso quale sia il suo ruolo nella società, la sua mission per la quale rislta preparato utilizzando una comunicazione a volte “spinta”, ma molto efficace, che lo ha fatto approdare un paio di anni fa ad un programma molto amato e seguito di Radio Sole 24 Ore “La Zanzara”.
N.B.