Lo scottante tema delle telecamere comunali, alcune sarebbero ‘irregolari’, approderà in consiglio comunale di Thiene. A portarcelo saranno i consiglieri d’opposizione Giulia Scanavin e Federico Mojentale .“Servono risposte urgenti e concrete, ne va della sicurezza della città che non può subire ancora atti di violenza e branchi che spadroneggiano nei quartieri”. Sul banco della prossima assise, quindi, quegli occhi elettronici che non sarebbero collegati alle forze dell’ordine nonostante i cartelli affissi dicano il contrario. E dai Cappuccini tornano a chiedere risposte urgenti per contenere quel branco di giovanissimi che terrebbe sotto scacco piastra Miotto.

Chi ha la password? Quello delle telecamere cittadine è un tema urgente e molto delicato. Come lo è la privacy di ogni singolo cittadino. A maggior ragione quando si tratta di minorenni che vanno a scuola o sotto casa a giocare nella piastra sportiva. Chi li osserva? Per questo è importante capire di chi sarebbero quelle mani che pigiano su di una tastiera la password per collegarsi a quella rete di telecamere stand alone che sarebbe ‘parallela’ a quella ufficiale. Dita che non apparterrebbero alle forze dell’ordine come emerso dalla segnalazione fatta dal Comandante Scarpellini nel maggio scorso. Ma quindi, di chi sono? E il Garante della Privacy cosa potrebbe dire al riguardo?

 

La mozione. Scanavin e Mojentale vanno dritti al punto, chiedendo che “la gestione di tutte le telecamere stand alone venga affidata alla sola Pasubio Tecnologia, visto che il Comune ne è socio maggioritario-spiegano i due consiglieri comunali di opposizione-Questo perché gli agenti di Polizia Locale non siano più costretti a bussare alle porte comunali per chiedere all’ufficio ecologia quelle immagini che potrebbero essere preziose e determinanti nelle loro attività investigative. Questi frame devono essere invece subito disponibili e visibili al Comando NeVi per assicurare un servizio di sicurezza, pronto, immediato e sicuro”. Nel loro documento, inoltre portano anche la questione del regolamento comunale per la gestione delle videocamere: “il Comune dovrà provvedere alla redazione urgentissima e non può demandarlo al Comando di Polizia Locale, perché è il Comune stesso il titolare del trattamento dei dati, mentre il Consorzio NeVi deve qualificarsi come responsabile del trattamento. La città ha bisogno di una risposta univoca in fatto di sicurezza ed incolumità-esortano i consiglieri Giulia Scanavin e Federico Mojentale-In caso contrario si andrà incontro ad una segnalazione del Garante della Privacy per la gestione non regolamentata del servizio di videosorveglianza”.

 

Stand alone, ‘la rete del mistero’. Telecamere comperate e fatte installare dal Comune di Thiene in alcune zone della città. Per una spesa che andrebbe oltre i 50mila euro e che, visto che le gestirebbero dall’ufficio ecologia,  potrebbero essere utili a fare la multa al furbetto che getta la spazzatura sul marciapiede. E fin qua non sarebbe un problema, anzi. La faccenda si ingarbuglia quando si induce a pensare al cittadino che quella videosorveglianza è nelle mani della Polizia Locale, cosa che non è come appurato dal Comandante stesso per le telecamere installate nella piastra Miotto. Un giallo sul quale anche la consigliera Scanavin ha voluto scavare fin dall’inizio, arrivando persino a tracciare una mappa di queste stand alone che sfuggirebbero alle forze dell’ordine.  “Oltre che nella piastra Miotto, del tipo stand alone, si trovano anche al Parco Sud, al Parco del Donatore, via Sauro, via Rumor, Ceccato e chissà quante altre-specifica-Videosorveglianza gestita da soggetto terzo che probabilmente le controlla appieno e non da Pasubio Tecnologia che con i propri server collabora con la Polizia Locale-continua-Quando nello scorso aprile il Comune di Thiene si è rivolto al Garante per la ‘modalità di gestione sul territorio cittadino’ perché ha omesso questo?”

Con telecamere comunali funzionanti, e in mano alle forze dell’ordine, forse si eviterebbero o quanto meno si potrebbero contenere quegli episodi che a Thiene, purtroppo, accadano. Il branco che picchia due uomini, il branco che fa il bello e cattivo tempo nel quartiere dei Cappuccini, il negozio del centro commerciale spazzolato dai ladri. E se alcuni non vengono incasellati in una formale denuncia, apriti cielo, vanno affrontati lo stesso. Perché non è solo quell’atto che da’ una notizia di reato a dare la cifra di cosa possa accadere per le vie della città. O vogliamo forse nascondere la testa sotto la sabbia e non vedere quello che succede in città? Cosa che non ha fatto un semplice cittadino, Diego Sartori, residente dei Cappuccini e che mettendoci la faccia sulle pagine del nostro giornale ha esposto una situazione che da tre anni porta un mal vivere e un’insicurezza per via di un branco di ragazzini avrebbero fatto della piastra Miotto casa loro. Non solo urla, schiamazzi, bestemmie e musica a tutto volume ma arrivando, pare, a mettere le mani addosso ad un guardiano. Adolescenti che si sarebbero addirittura spinti a taglieggiare altri giovani per entrare nel campetto. Sartori, un cittadino che per piastra Miotto chiede, dopo 3 anni, azioni urgenti e che alla risposta dell’assessore Maino “cercheremo di fare il possibile a norma di legge” chiede: “Dove si trova questa legge? Per una barriera antirumore, per una corretta e adeguata cartellonistica, per rimodulare gli orari, mettere in guardiano o punire con chiusure forzate togliendo il giocattolo ai bambini dispettosi serve una legge? Non siamo noi a dover essere educati alla sopportazione. Siamo già sopportando da parecchio tempo, ci siamo sempre comportati civilmente trovando un dialogo a singhiozzo. Ora l’assessore Maino afferma che la situazione gli sta a cuore, bene, ora attendiamo rapidi riscontri”.

Paola Viero

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