Il dado è tratto: chi ha usufruito del superbonus è tenuto ad aggiornare i dati catastali della propria casa. “E andremo a verificare se non li hanno aggiornati”, ha aggiunto Giorgetti, parlando davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato, per illustrare il Piano Strutturale di Bilancio.
Al Governo, è ormai un dato di fatto, servono almeno una decina di miliardi per “quadrare” il bilancio. Gli argomenti sono sempre i soliti, rispolverati per l’occasione: i tagli ai ministeri, ché se davvero facessero, da quante volte l’hanno detto non avremmo più manco i ministeri, altri tagli agli enti locali, qualche miliardo da una spending review “new edition”.
Finora le uniche sorprese positive sono venute dalle entrate fiscali, visto che sono entrati nelle casse 19,2 inattesi miliardi, arrivati in gran parte proprio dalle tanto vituperate partite Iva.
Il resto lo faranno i famosi “sacrifici per tutti” minacciati da Giorgetti.
Ed il nostro Ministro vuole iniziare proprio chiedendo qualcosa indietro a chi ha potuto fruire del superbonus, “inventandosi” una tassa patrimoniale destinata specificatamente a questi soggetti.
Di fatto l’osservazione del ministro è pertinente, chi ha ristrutturato con i fondi pubblici, apportando delle migliorie strutturali al proprio immobile, attingendo dalle casse dello Stato, ne ha anche aumentato il valore commerciale, per cui adesso sarà obbligato a rivederne la rendita catastale.
Il perché l’aumento delle rendite catastali è di fatto una tassa sul patrimonio, ce lo spiega lo stesso Giorgetti.
La rendita catastale, infatti, viene usata fiscalmente per calcolare la base imponibile per il pagamento dell’Imu, e per conteggiare l’imposta di registro e le imposte ipo-catastali negli atti di compravendita tra privati, nelle successioni e nelle donazioni.
“Poiché si tratta di un valore che serve come base per il calcolo delle imposte” ha spiegato il ministro “è previsto l’aggiornamento della rendita ogni volta che vengono effettuati interventi edilizi che comportano un aumento di valore dell’immobile”.
Adesso, quindi, tutti i proprietari che hanno rifatto casa con bonus e superbonus, dovranno dichiarare la nuova rendita.
In verità esiste anche un termine di legge per la presentazione delle dichiarazioni, che viene fissato entro trenta giorni dalla data di ultimazione dei lavori.
Così come esisteva già anche la legge, si tratta della Finanziaria 2024, che prevedeva controlli specifici da parte dell’Agenzia delle entrate in merito alla presentazione della domanda di revisione della rendita dopo i lavori, con riferimento alle unità immobiliari oggetto degli interventi di Superbonus.
Per l’omissione della comunicazione sono previste sanzioni che variano da un minimo di 1.032 a un massimo di 8.264 euro.
Qualora l’Agenzia delle Entrate, nel corso dei propri controlli, dovesse rilevare omissioni o difformità rispetto allo stato reale dell’immobile, invierà al contribuente una lettera di compliance con l’invito a mettersi in regola.
I “sacrifici per tutti” sono confermati, così come in parte anche la “pazza idea” di una patrimoniale. “Folle, folle, folle idea” potremmo far cantare alla regina del karaoke Elly Schlein, ma come riportavano i sempre bene informati del Sole24Ore, pare che oramai anche lei l’abbia sdoganata per conto del Pd (pur avendone preso le distanze). Staremo a vedere.
Ad maiora!
Fabrizio Carta