Perchè acquistare telecamere da un “privato”,  inutilizzabili dalle forze dell’ordine e che minano la privacy anzichè rivolgersi ad un ente accreditato regionale come Pasubio Tecnologia che si occupa proprio di questo e collabora con le forze di polizia quando c’è da dare risposta ad un caso di disordine pubblico? Perchè con tanto di cartelli giganti fare credere che quelle aree sono protette dalle telecamere collegate alle centrali operative quando chi ha fatto ricorso a quelle immagini si è sentito dire che non erano disponibili? Quante sono in tutto queste telecamere? Il giallo continua e dalle pagine de Il Giornale di Vicenza il sindaco non va al nocciolo di una vicenda scoperchiata con coraggio dalla consigliera Giulia Scanavin. “Screditare Scarpellini e il Dpo di Pasubio Tecnologia e NeVi è vergognoso”. Il giallo di alcune telecamere comunali che sarebbero ‘irregolari’ scalda gli animi e l’oppositrice  rimanda al mittente l’insinuazione resa dal sindaco Michelusi a Il Giornale di Vicenza che lei si affiderebbe a “fonti non accreditate” per venire a capo degli occhi elettronici che sorvegliano alcune scuole e piastre sportive frequentate da bambini e ragazzini. Telecamere che, stando ai cartelli che le accompagnano, dovrebbero essere gestite dalla Polizia Locale ma che invece non è come ‘denunciato’ dallo stesso Comandante Giovanni Scarpellini. Videosorveglianza che, aldilà del cartello che porta a credere che le forze dell’ordine la gestiscano direttamente, riuscirebbe a svolgere un mero servizio amministrativo: fare multe come nelle isole ecologiche per chi lascia la spazzatura fuori dalle campane.

Pronta a portare la vicenda in consiglio comunale, Scanavin spazza ogni dubbio circa il suo operato: “le mie dichiarazioni sono sempre supportate da fonti attendibili che non solo verifico, ma anche, come in questo caso, mi confermano con dati quello che affermo.Infatti ho lunga corrispondenza con il DPO stesso per poter affermare quanto fino ad ora dichiarato. Sono allibita e sconcertata che il primo cittadino dichiari false e non attendibili le dichiarazioni ed email del DPO del Consorzio Ne.Vi, e DPO della Pasubio Tecnologia, oltre che screditare il comandante Scarpellini”.  La vicenda pare destinata a finire oltre l’aula consiliare. Scanavin non ci sta a venire attaccata puntualmente quando si permette di esercitare il suo ruolo di minoranza. Anche lei in fondo è una rappresentante del popolo che a lei si rivolge per avere delle risposte, che hanno diritto alla risposta.

Telecamere fuori uso per pioggia? Sempre sulla videosorveglianza di piastra Miotto, parla un cittadino che non si è mai tirato indietro nel denunciare fatti ed episodi gravi alle istituzioni tutte ma che, volendolo scrivere nella maniera più gentile, è rimasto inascoltato come lui stesso dichiara: “ho letto oggi sul giornale di Vicenza la risposta del sindaco Michelusi alla consigliera Giulia Scanavin. Con riferimento a quanto affermato sull’articolo dove dice che “tutte le telecamere installate sul territorio sono in esercizio fatto salvo eventi sporadici dovuti a guasti imponderabili ad esempio causati dal maltempo- spiega Diego Sartori-Faccio presente che quando abbiamo informato la Polizia Locale e il Comune di episodi di baruffa tra questa pseudo banda, di urla schiamazzi e musica fino all’aggressione del vigilante ed episodi successivi compresi gli interventi dei Carabinieri, tutti i filmati che ho fatto e che non hanno voluto vedere riportano serate senza pioggia o condizioni tali da provocare un guasto. Eravamo in tarda primavera/estate e non ha mai piovuto per lungo tempo-conclude- Lunedì prossimo abbiamo un incontro con l’assessore Marina Maino, responsabile Polizia locale e l’assessore lavori pubblici per richiedere ulteriore aiuto e cartellonistica per educare questi giovani maleducati”. 

Altri casi di telecamere ‘fuori uso’ e la seconda busta anonima. Non sono mancate le reazioni di chi la città la vive, come Fidenzio del Real Thiene Calcio A5 che di scuole e impianti sportivi ne sa qualcosa e che è stato l’altro destinatario, oltre alla nostra redazione, di una seconda busta anonima che conteneva la segnalazione del Comandante Scarpellini.“La consigliera Scanavin non ha tutti i torti- commenta Fidenzio-Il sindaco Michelusi si arroga, con la solita arroganza e presunzione, il potere di dare patenti e credibilità quando lui è già di per sé poco credibile”. Il presidente del Real Thiene torna quindi sugli occhi elettronici puntati sulla piastra sportiva delle scuole medie Bassani: “ad aprile mi rivolsi alla Polizia Locale, visto che il cartello diceva così, per denunciare un’intrusione con tanto di taglio delle rete. A distanza di qualche giorno l’ufficio tecnico del Comune di Thiene faceva sapere che dette telecamere erano state nel frattempo rimosse e comunque si trattava di dispositivi non funzionanti che avrebbero dovuto servire solo come deterrenti alla commissione di illeciti-conclude. Fatti riportati ampiamente da Il Giornale di Vicenza in quel periodo.

“La condotta del Comune  diventa ancor più grave se si considera che nei giorni successivi alla mia denuncia, l’ufficio tecnico si è affrettato a rimuovere le finte o non funzionanti telecamere, inquinando in tal modo lo stato dei luoghi, impedendo ogni necessario approfondimento, eventualmente anche giudiziario. E’ vergognoso che il cittadino oltre ad essere preso in giro in una maniera così impudente, sia messo in pericolo dalle condotte e dai messaggi ingannevoli di chi dovrebbe tutelarlo. Vorrei sapere cosa ne pensa il Prefetto, al quale intendo scrivere per segnalare questa surreale vicenda che nemmeno dalla penna di Kafka o Dostojevski poteva uscire”.

Chi ha comperato quelle telecamere? Voci di corridoio pongono l’attenzione su quell’assessore che a suo tempo, siamo nel giugno del 2021, pare le abbia fortemente volute per piazzarle su alcune piastre sportive. Il tutto nonostante il Dpo, già all’epoca, avesse ravvisato una situazione ‘borderline’. Il tutto comperandole da una società terza e non tramite Pasubio Tecnologia, partner per la gestione dell’infrastruttura tecnologica necessaria allo svolgimento delle mansioni di sorveglianza e tutela del territorio della Polizia Locale. Pare che, per volere dello stesso assessore, la scelta fosse ricaduta sul soggetto esterno per spendere meno soldi. Ma che senso avrebbe spendere i soldi dei cittadini, oltre 52mila euro stando al conto della consigliera Scanavin, per delle telecamere che non sono in rete e che vengono montate senza coinvolgere le forze dell’ordine?  Videosorveglianza che, val la pena di ricordare, è dotata di un registratore interno e per la cui visione ogni agente di polizia o carabiniere dovrebbe recarsi all’ufficio ecologia per avere quelle immagini utili per portare avanti le proprie indagini. Sempre che nel frattempo la conservazione dei fotogrammi non sia stata compromessa con nuovi dati sul materiale precedentemente registrato. 

Il paradosso dell’opposizione comunale. Infine, la politica locale che tace. O quasi, perché sembrerebbe che l’unica reazione a questo giallo sia stato l’attacco alla consigliera Scanavin da chi fa opposizione con lei. Sempre altre compagini, ma sempre di minoranza, che alla luce del vaso di Pandora da lei scoperchiato le avrebbero fatto pesare il fatto di non aver condiviso nulla con loro. Eppure, tutti i capigruppo consiliari a giugno avevano in mano la lettera di Scarpellini. Solo lei, con il consigliere comunale Mojentale al seguito, si è mossa. Diversamente sarebbe curioso capire cosa gli altri chiamati in causa hanno fatto in tal senso e a quali conclusioni siano giunti. E, se tutto fosse stato sempre regolare, come mai lo scorso 25 settembre rispondendo per iscritto alla Scanavin il Dpo del Consorzio NeVi e di Pasubio Tecnologia non sarebbe dello stesso avviso?

Paola Viero

Thiene e il giallo delle telecamere non collegate con le forze dell’ordine. Scanavin: “chi le guarda?”. L’inchiesta

 

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