L’iniziativa Polo Strategico Regionale (Prs) guidata dalla Regione Veneto è un esempio virtuoso in tutta Europa quando si parla di migliorare le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione regionale e locale. Se ne è discusso all’evento ‘Infrastrutture digitali strategiche per il futuro’ organizzato e promosso nei giorni scorsi,  dallo sportello Agenda Digitale della Regione Veneto e dall’ufficio della Regione a Bruxelles.

Questo incontro, parte di un ciclo di eventi volti a promuovere presso gli stakeholders europei i principali progetti di innovazione digitale della regione, aveva come tema la modernizzazione della pubblica amministrazione che ‘si deve basare su infrastrutture tecnologiche avanzate e sicure, come i data center, i servizi cloud e l’edge computing’.

 

Luca De Pietro, direttore dell’Agenda digitale del Veneto, ha sottolineato come in questo processo di modernizzazione, il ruolo delle regioni sia “fondamentale per sviluppare nuove infrastrutture sicure e affidabili così da poter dare ai cittadini servizi sempre migliori”. Nel implementare questo processo di modernizzazione De Pietro ha ricordato come il Veneto sia un’eccellenza a livello europeo proprio con il progetto del Prs, che, grazie alle risorse recuperate del piano 14-20, è riuscito “nell’importante traguardo di aiutare comuni e territori ad annunciare e a erogare servizi più scalabili e efficienti”.

Il panorama delle realtà infrastrutturali nel settore digitale in Veneto, così come in Italia è variegata. “Troviamo infrastrutture ben organizzate, resilienti e sicure” che si alternano “a situazioni piccole, poco sicure e poco resilienti”, ha messo in chiaro Paolo Barichello, direttore dei sistemi informativi, tecnologie e servizi digitali della Regione. La priorità deve essere una “standardizzazione di queste infrastrutture con l’obiettivo di dare ai cittadini servizi uguali e uniformi”.

Come messo in luce dal rapporto di Mario Draghi sulla competitività pubblicato poche settimane fa, l’Europa “sconta un ritardo nei confronti dei partner internazionali come gli Stati Uniti sul fronte dell’intelligenza artificiale”, ha sottolineato ancora Fabrizio Porrino, responsabile delle relazioni governative – Emea e ServiceNow. Le cause sono da ricercarsi nella “carenza di capitale e nella eccessiva complessità di regolamentazione, non a un problema di tecnologia”. Imperativo che l’Ue cambi rotta per focalizzarsi “meno sugli aspetti regolamentari e più su quelli abilitanti”, come le risorse per finanziare le infrastrutture.

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