“I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti“: le parole di Vittorio Feltri, durante un evento a Milano, hanno scatenato l’inferno di polemiche, ma il direttore editoriale de ‘Il Giornale’ ha rincarato la dose in una successiva intervista: “Ho fatto una battutaccia in un discorso umoristico, hanno montato un casino. Non chiedo scusa a nessuno perché non ho offeso nessuno. Le piste ciclabili sono una rovina. Io credo che i ciclisti rompano i coglioni. Abito a Milano e parlo di Milano”. Le sue parole, però, hanno colpito in particolare il fratello di Michele Scarponi, il vincitore del Giro d’Italia del 2011, che sette anni e mezzo fa perse la vita durante un allenamento, investito – mentre pedalava sulle strade di casa – da un furgone. La frase pronunciata da Vittorio Feltri, dice Marco Scarponi “lo ha ucciso una seconda volta”.
“Quando l’ho letta – racconta a Il Dolomiti- non ho difficoltà a dire che mi sono messo a piangere. E davanti agli occhi mi sono passate immagini terribili: ho visto Michele morto e un furgone che gli passava sopra una seconda volta. Come fondazione abbiamo già incaricato il nostro legale Tommaso Rossi di predisporre una denuncia querela, che presenteremo alla competente Procura della Repubblica. Le parole sono pietre, fanno malissimo, soprattutto se vengono pronunciate da una persona che ha una grande cassa di risonanza in tutto il Paese”. E prosegue: “Non è una ‘battutaccia’”‘, non derubrichiamola così perché quell’espressione è un vero e proprio atto di violenza verbale. Ma che roba è? Ma ci rendiamo conto che stiamo parlando di persone che sono morte?“.