Nutrie, tassi, istrici e volpi “stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto“. Perchè gli argini sono ormai “come il groviera. E’ questa la sfida delle sfide”. Contro le nutrie quindi “bisogna introdurre il principio di eradicazione totale. Serve una presa di coscienza”. Ne è convinto il governatore Luca Zaia, che ha deciso di “dichiarare guerra” ai cosiddetti animali fossori. In Veneto, spiega il presidente, “abbiamo 5.000 chilometri di argini”. E sono quello “il nostro vero punto di debolezza” perchè “i nostri fiumi corrono tutti sopra il piano campagna. E siamo preoccupati perchè sono come il groviera. Magari il problema fosse solo l’acqua che sormonta gli argini. Il problema è che si spaccano”. Per questo, dice chiaro e tondo Zaia, “noi vogliamo dichiarare guerra a nutrie, tassi, istrici e volpi che stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto“. Secondo il governatore, infatti, “è utopia” mettere in sicurezza tutti i 5.000 chilometri di argini, perchè servono “almeno 12 miliardi di euro. E molto di più di 10 anni”. Ad oggi, sottolinea Zaia, “abbiamo un progetto per sistemare 80 chilometri e ci costa 180 milioni di euro”. Il mirino si sposta quindi sugli animali che scavano le tane in riva al fiume. “Non possiamo mettere a repentaglio vita dei cittadini per mantenere inalterata la fauna all’interno dei bacini dei fiumi- sostiene Zaia- non sono un guerrafondaio e non ho la licenza di caccia, ma è un dato di fatto: il nostro problema sono gli sfondamenti, dormiamo preoccupati. Se non poniamo fine a questa cosa va a finire male”. Il rischio è anche “l’effetto domino”, avverte Zaia, cioè il crollo in sequenza di tutti gli argini. “Torniamo agli acquitrini”, afferma il presidente del Veneto, secondo cui questa “oggi è la sfida delle sfide”. La soluzione quindi è “l’eradicazione delle specie dannose, in primis la nutria”.
Per farlo però serve un’autorizzazione da parte di Ispra. “Oggi c’è una modalità di cattura delle nutrie che dilata i tempi e la quantità di animali presi è infinitesimale- afferma Zaia- bisogna introdurre il principio di eradicazione totale. A livello nazionale non è mai stata riconosciuto il problema, serve una presa di coscienza”. Con tanto di foto sui fori creati dalle nutrie negli argini, Zaia parla in conferenza stampa a Palazzo Balbi a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna.
“Ma non ci voglio entrare- premette il governatore- perchè ogni buca d’acqua fa storia a sè e noi non facciamo lezioni agli altri”. Il Veneto, segnala Zaia, “se l’è cavata nelle ultime alluvioni, ma se piove sull’asta del Piave dove non ci sono opere o se tornasse una piena storica, andiamo sotto”. Il governatore lamenta in particolare “il dibattito che affligge il Piave da anni, che ormai è percepito come un parco. A noi piacerebbe andar dentro con la motosega e far pulizia, salvaguardando le aree protette. Ma ognuno ha le sue regole”. Sul Piave, peraltro, “è ripresa la progettazione” del bacino di laminazione da realizzare nell’area montelliana, come conferma l’assessore Gianpaolo Bottacin. “Abbiamo atteso i ricorsi- spiega- e la Regione ha avuto ragione su tutto”. Dal 2010 a oggi, rivendica Zaia, sulla sicurezza idraulica del Veneto “abbiamo investito 2,1 miliardi di euro”. Dei 23 grandi bacini da realizzare, con un investimento di 600 milioni, “10 li abbiamo fatti, e cubano 21 milioni di metri cubi. Gli altri 13 li stiamo facendo e valgono 89 milioni metri cubi”. In questi anni, aggiunge Zaia, “è innegabile che abbiamo fatto un sacco di opere: abbiamo aperto almeno 3.000 cantieri dal 2010. Non sono anni facili, il clima è cambiato e si fa sentire. Il cambiamento climatico esiste, ma dire che è tutta colpa di questo è arduo”