Il panorama urbano della città di Thiene è punteggiato da numerosi palazzi nobiliari dei quali troppo spesso si dimentica il rilievo culturale. Vicino al Parco del Donatore, nascosto tra uffici,
centri medici e negozi, ad esempio, troviamo il Palazzo Zironda, una prestigiosa dimora signorile che ancora oggi racconta le storie delle numerose famiglie che l’hanno abitata e ci permette di ricordare episodi del passato che hanno segnato radicalmente lo sviluppo della città.

I proprietari originari dell’edificio, come indica lo storico Nicola Scudella, furono le famiglie Capra e Thiene tra il XVI e XVII secolo. Successivamente il Conte Thiene concesse il Palazzo in affitto alla famiglia Nicolini Bortolo ed infine nel 1861 i beni passarono all’imprenditore Angelo Zironda.

Tuttavia il nuovo proprietario fu costretto in breve tempo a ristrutturare l’abitazione a causa, si presume, di un incendio provocato qualche anno prima: il Palazzo Zironda è ad oggi un’importante testimonianza delle insurrezioni sorte nel nostro territorio dopo l’occupazione francese avvenuta verso la fine del XVIII secolo.

In pochi sanno, infatti, che nel 1809 si sollevarono in Veneto numerosi moti rivoluzionari a causa dell’introduzione da parte del governo napoleonico di una tassamacina e della leva obbligatoria,
manovre politiche che prima di allora non erano mai state imposte dalla Repubblica di Venezia.

“La sollevazione investì nei primi giorni i Comuni di Valdagno, Schio e Malo, quindi la sera del 9 luglio […] i ribelli si diressero a Thiene”, riportano le fonti storiche, ricordando come i rivoltosi
invasero il comune di Thiene “bruciando carte, registri e mobili” con l’obiettivo di colpire i cittadini che rappresentavano a livello locale il governo italico e il regime napoleonico. Uno degli edifici incendiati e parzialmente distrutti, come dimostrato dalle tracce di fiamme che saranno rinvenute al piano terra, fu proprio Palazzo Zironda in quanto abitazione di un esponente della città ritenuto filofrancese, l’allora proprietario Nicolini Bortolo.

Ma l’incantevole struttura racconta molti altri passaggi storici, tra cui la genesi delle prime fabbriche erette sul territorio durante la rivoluzione industriale. Angelo Zironda, infatti, iniziò la ristrutturazione del palazzo nel 1869, arricchendo la dimora con affreschi e costruendo a fianco all’abitazione una fabbrica tessile. A cavallo dell’800 a Thiene si svilupparono molte attività in campo laniero tra cui si distinse proprio la famiglia Zironda. All’epoca l’opificio occupava 60 operai che lavoravano panni e stoffe ordinari con telai a mano. La tessitura di cui si fa cenno è
stata successivamente restaurata nel 1990 ed è ora adibita ad attività direzionali.

La famiglia Zironda abitò nell’edificio per circa un secolo, fino a quando, nel 1960, il Commendatore Bortolo Lino Saugo, acquistò le proprietà di Via Castelletto, tra cui anche il Palazzo. Della dimora attualmente è visitabile il piano terra, dov’è possibile ammirare il grande salone nobile affrescato da una ricca decorazione, tra cui spicca il grifone, creatura mitologica amata da Angelo Zironda, e alcuni disegni ispirati alla “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso. Risulta inoltre alquanto suggestivo il giardino antistante decorato con sei colonne con capitelli ionici che un tempo ornavano la ormai scomparsa barchessa del palazzo.
L’ampia e soleggiata villa è molto ambita ad oggi come location per matrimoni, convegni e feste.

L’amministrazione della dimora riserva però ulteriori sorprese: come rivela l’architetto Corrado Saugo, attuale proprietario della struttura, è da tempo in progetto la realizzazione di un B&B in cui sarà possibile immergersi nella magica armonia tra classicismo, arte e paesaggio tipica delle Ville Venete. Tra le mura, gli affreschi e gli arredi dell’antica dimora rimane l’impronta di un mondo passato: affascinanti racconti di vite agricole, costumi e tradizioni, ribellioni civili e sviluppi economici. Palazzo Zironda rappresenta un’importante ricchezza storica e culturale del territorio thienese, per tale motivo la peculiare storia che l’ha attraversata merita di essere conosciuta, vissuta e tramandata.

G.D.A.

 

 
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