Tra tabù e clichè il benessere sessuale esiste, ma raggiungerlo o capire bene cosa sia non è affatto scontato. La vita sessuale può condizionare lo stato emotivo e c’è chi, per viverla al meglio o capire cosa non va, deve ricorrere allo specialista. Oggi è la Giornata mondiale della salute sessuale che l’Oms ha definito come “stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità. Non è semplicemente l’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, nonché la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Affinché la salute sessuale possa essere raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e realizzati”. Sull’orgasmo e il pieno soddisfacimento nella vita sessuale “i dati attuali a nostra disposizione- dichiara la sessuologa Rosamaria Spina- mostrano un quadro piuttosto impietoso, dal momento che i numeri sono, anno per anno, in aumento, sia per quanto riguarda le disfunzioni sessuali maschili che quelle femminili, sia per quanto concerne un abbassamento dell’età media. Ovviamente è importante sottolineare che tali problematiche sono sempre esistite, ma era diversa l’attenzione che si poneva al benessere sessuale. Oggi sappiamo bene che una vita sana e soddisfacente passa anche attraverso una sessualità, individuale e di coppia, appagante e questo porta sempre più persone a rivolgersi a professionisti del settore. Il dato positivo è che il trattamento si sta arricchendo sempre più di tecniche di intervento efficaci e le percentuali di miglioramento/risoluzione sono decisamente favorevoli, soprattutto se affrontate in modo tempestivo”. Va sfatato il mito che farlo poco ma bene sia la ricetta, ma d’altro canto farlo con l’orologio corrompe il piacere.
“Una volta a settimana o tutte le settimane, ma come fosse l’appuntamento ‘col medico’ fa perdere di complicità, interesse e gratificazione. Una volta al mese, soprattutto entro una certa fascia di età- precisa la sessuolga- è decisamente poco, ma se fatta bene può di sicuro portare molti benefici. È importante specificare che una vera e propria frequenza ideale non c’è (a differenza di quanto spesso si legge in rete), perché tanti sono i fattori che la influenzano (presenza di figli, convivenza, rapporti a distanza, stato di salute generale, orari lavorativi ecc.), ma riuscire a mettere insieme una sessualità regolare e fatta di gioco, fantasie, complicità, sperimentazione aiuterebbe senza dubbio a mantenere vivo ogni rapporto nel corso del tempo”.
Se l’attenzione è sempre puntata sul piacere femminile, Spina parla anche dei maschi e dei giovani. “Nella popolazione maschile, a differenza di un tempo soprattutto tra i più giovani è molto comune l’eiaculazione precoce. Nella popolazione femminile, se un tempo la prevalenza era legata alle difficoltà di raggiungere l’orgasmo, oggi molto comuni sono i disturbi da dolore genito-pelvico. Ecco perché, molto spesso in terapia diventa fondamentale affrontare anche questa componente a un livello più generale e non solo la componente specificatamente sessuologica”. L’orgasmo cambia, anche questo rende difficile individuare uno standard e a tanto a che vedere con la cultura.
“Col passare del tempo le modalità per raggiungere l’orgasmo possono subire delle variazioni e questo per tutta una serie di motivazioni. Alcune sono prettamente di natura organica e sono legate ai cambiamenti di salute dai cambiamenti ormonali a quelli strettamente fisici. Altre cause sono di natura più psicosessuologica, tipo: la routine di certi schemi comportamentali, l’assuefazione a certi stimoli, il poco tempo a disposizione, preoccupazioni per altre questioni di vita ecc. Ecco perché, soprattutto col passare del tempo, è importante non concentrarsi sul dover raggiungere l’orgasmo in quanto tale, ma, piuttosto, sul raggiungimento del piacere, da intendersi come concetto più lato. L’orgasmo è solo una forma di piacere ed è un mito molto radicato nella nostra concezione occidentale di sesso. Il concetto di piacere può essere molto più ampio e molto più legato a ciò che ciascuno di noi considera tale. Ecco perché, a conti fatti, può essere anche più soddisfacente”, ha concluso Rosamaria Spina.