Il Veneto è al centro di una crescente emergenza climatica, con un preoccupante aumento degli eventi meteorologici estremi che stanno colpendo la regione. Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, il Veneto si colloca al secondo posto in Italia per numero di fenomeni atmosferici di portata straordinaria, con 27 eventi registrati solo nel 2024. Un dato che segna un deciso peggioramento rispetto agli anni precedenti e che richiama l’attenzione sull’impatto del cambiamento climatico in una delle regioni più industrializzate del Paese.

Tra le zone venete, il Vicentino è stato quello più colpito, con sette eventi meteo estremi registrati, seguito da Udine con sei ed il veronese con cinque. Questi numeri si inseriscono in un quadro nazionale che vede la Lombardia al primo posto con 40 eventi, seguita appunto dal Veneto e dal Piemonte con 13.

Gli eventi meteo estremi registrati nel Veneto includono violente tempeste, grandinate di dimensioni straordinarie, alluvioni improvvise e ondate di calore eccezionali, tutti sintomi di un clima sempre più instabile. La frequenza e l’intensità di questi fenomeni rappresentano non solo una sfida per la protezione civile e le amministrazioni locali, ma anche un campanello d’allarme per l’intera popolazione e per il settore economico della regione, storicamente votato all’agricoltura e al turismo.

L’aumento dei fenomeni estremi è stato uno dei temi centrali della tappa piemontese della Carovana dei Ghiacciai di Legambiente, dedicata al Monte Rosa e al ghiacciaio Flua, ormai estinto. Durante l’evento, gli esperti hanno sottolineato come la fusione dei ghiacciai alpini e i sempre più frequenti eventi meteo estremi siano strettamente collegati. «La fusione dei ghiacciai e gli eventi meteorologici estremi generano lungo le pendici del Monte Rosa una serie di effetti a cascata», ha spiegato Marco Giardino, vice presidente del Comitato Glaciologico Italiano.

Nel contesto veneto, questi eventi hanno già causato ingenti danni sia alle infrastrutture che alle colture, minacciando seriamente l’economia locale. In agricoltura, per esempio, le violente grandinate e le piogge torrenziali hanno devastato vigneti e coltivazioni, mettendo in ginocchio molti agricoltori. Anche il settore turistico, pilastro dell’economia veneta, risente dell’instabilità climatica, con eventi come le ondate di calore estremo che scoraggiano i visitatori e compromettono le attività all’aperto.

La situazione richiede un’azione immediata e coordinata da parte delle istituzioni. Le amministrazioni locali sono chiamate a investire in infrastrutture più resilienti, capaci di far fronte ai nuovi rischi climatici, e a promuovere politiche di mitigazione e adattamento. La riduzione delle emissioni di gas serra e la gestione sostenibile del territorio devono diventare priorità per prevenire ulteriori disastri.

Il Veneto, con la sua posizione di rilievo nel contesto economico italiano, non può permettersi di sottovalutare la portata del cambiamento climatico. I dati dell’Osservatorio Città Clima sono un chiaro segnale: è tempo di agire, prima che questi eventi diventino la nuova normalità.

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