“Manca ancora un mese al via alla vendemmia che entrerà nel vivo solo dai primi di settembre, con il Prosecco nel trevigiano e i grandi rossi del veronese. I primi grappoli si raccoglieranno in realtà a partire dal 20 di agosto con la varietà del Pinot in anticipo di una settimana sul 2023. Ad iniziare sarà la provincia di Verona dove normalmente la maturazione inizia con 2-3 giorni di anticipo sul resto del Veneto”. Sono queste la prime indicazioni della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Veneto presieduta da Giorgio Polegato che traccia le previsioni del settore tenendo conto delle condizioni climatiche che interferiscono sui tempi di maturazione e sulla qualità della produzione.
“L’insieme delle denominazioni Prosecco è sulla stessa linea – proseguono gli esperti della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Veneto – produzione regolare e qualità attesa molto buona sia in pianura che nelle colline di Asolo, Conegliano e Valdobbiadene dove gli strascichi della flavescenza incideranno forse ancora sulla piena produzione dei vigneti. Infine il Pinot grigio avrà produzioni in recupero concorrendo a fare delle tre denominazioni il 60% della viticoltura veneta”.
“A livello quantitativo l’attesa è per una annata nella media degli ultimi anni, quindi in netto recupero sullo scorso anno segnato da peronospora, flavescenza e forti grandinate – osservano gli esperti regionali in una nota – . Tutti fenomeni che nel 2024 hanno interessato solo marginalmente la nostra regione, eccezione fatta per i vigneti a conduzione biologica che in particolare in pianura subiranno danni severi da peronospora una malattia difficile da contenere nelle primavere umide e piovose come la stagione trascorsa”.
“Sul fronte della qualità ad oggi all’inizio della maturazione le previsioni sono molto buone. Il Veneto – continuano gli esperti – si regge su tre produzioni principali, la Valpolicella coi suoi grandi rossi attesi di ottima qualità per l’assenza di stress idrico e con una stagione ora perfetta per la maturazione”.
“Il Veneto è saldo al primo posto tra le regioni in Italia per produzione di vino, con 11 milioni di ettolitri su un dato nazionale di circa 56 milioni di ettolitri. La viticoltura e l’enologia valgono il 36% dell’export italiano, con 2,8 miliardi di euro, il vigneto veneto oggi occupa circa 100mila ettari. Per mantenere i primati è importante avere produzioni in linea con le richieste di mercato, e per questo Consorzi di tutela e Filiera produttiva hanno messo in atto una serie di misure, come riduzioni di resa, stoccaggi, e per i prodotti più richiesti, come per il Prosecco, attingimenti e riserve vendemmiali, un sistema di gestione dell’offerta che in base a quantità e qualità della vendemmia, sappia agire di conseguenza per mantenere una forte attrattività dei nostri vini più importanti – affermano gli esperti -. Ad oggi, quindi, una vendemmia che conferma il ruolo del Veneto come la regione top, che dalla terza decade di agosto rinnoverà il rito della vendemmia per tornare attorno ai 15 milioni di quintali di uva di grande qualità”.