Gentile neo presidente della conferenza dei sindaci Cristina Marigo,
chi Le scrive è Rosa Natalia Bandiera, il direttore di Altovicentinonline, che innanzitutto si vuole congratulare con Lei per la carica che l’ha investita in queste ore e che mi auguro, porti ad un dialogo più vicino tra la popolazione del nostro territorio e l’Ulss 7. Quest’ultima, per mia esperienza personale, non ha mostrato trasparenza nè empatia, quando ho chiesto all’Ufficio Stampa di poter avere i dati delle liste d’attesa di alcuni reparti e la spesa che l’azienda sanitaria sostiene per promuoversi sui media locali. Domande sacrosante che un giornalista deve poter fare ad una Ulss, che avrebbe il dovere di rispondere, dato che si tratta di “cosa pubblica”. Si tratta di soldi dei cittadini, che ci inondano di lettere ogni giorno denunciando tempi d’attesa che stridono con quell’etichetta di “eccellenza” che la Regione si appiccica addosso quando si parla di sanità. E’ verissimo che la Regione Veneto ha delle eccellenze e a mio padre è stata salvata la vita a Padova dopo essere stato operato di tumore alla prostata. Ma non solo, anche all’ospedale di Santorso ci sono dei reparti che potrebbero fare scuola in tutta Italia. Per non parlare di ostetricia-ginecologia: un fiore all’occhiello che tutte le mamme che hanno partorito ricordano nella vita come il miglior luogo dove fare nascere i propri figli. Ma Sanità è tanto altro e ci sono dei cittadini, che non hanno un canale diretto con quei sindaci che poi, chiamano i dirigenti per risolvere casi specifici. La Sanità deve funzionare per tutti, anche per chi prenota certe visite e deve comunque avere una risposta in quando al centro di un diritto alla Salute sancito dalla legge. Come un giornalista deve poter fare delle domande ad una Ulss che non può ignorare una richiesta che qualunque cronista libero deve fare.
Il problema delle liste d’attesa è italiano ed i miei colleghi di tutto lo Stivale da mesi conducono inchieste sui tempi d’attesa dei vari reparti, documentandole con dati alla mano che dovrebbero essere trasparenti. Quando ero in Sicilia, denunciavo lo schifo dei pronto soccorso e le porcherie di una sanità malfunzionante su tutti i fronti. Perchè nel civile Veneto non posso fare il mio lavoro? Anche sul caso delle Neuropsichiatrie Infantili, ho lottato giornalisticamente in realtà come Agrigento, denunciando i viaggi estenuanti a cui erano costretti genitori che avevano il sospetto di avere un figlio con problemi comportamentali. Nell’Alto Vicentino questo non è possibile farlo: perchè? Ho fatto richieste telefoniche ed ho inviato pec ai dirigenti. La risposta è stata il silenzio di chi si prende il diritto di oltraggiare la libertà di stampa. Eppure, quando si è trattato di pubblicare comunicati stampa in cui l’Ulss 7 si autoeloggia anche per costosi macchinari acquistati dai privati, Altovicentononline ha pubblicato sempre, così come quando c’è stato qualche importante avvicendamento professionale in qualche reparto, che poteva accrescere la sua qualità di servizi. I giornalisti non nascono solo per elogiare, ma soprattutto per denunciare. Loro sono la voce del popolo, che si rivolge ad una testata giornalistica per risolvere un problema o un disservizio. I giornalisti fanno domande, non sono i portavoci di questa o quella realtà ed è mio sacrosanto diritto avere quelle informazioni, compresa la spesa che l’Ulss 7 sostiene per promuoversi sui media. Dati che dovrebbero essere trasparenti sul sito stesso dell’Ulss, con tanto di delibera pubblica, ma che non si trovano mai. Perchè?
Forse pago personalmente il fatto di essere libera e quindi di fare domande scomode? Pago il fatto di essere la mamma di un disabile che conosce da vicino certe realtà perchè le vive sulla sua pelle? Pago perchè sono una donna? Pago perchè non mi sono prestata a pubblicare la notizia che ‘Ca Dotta di Sarcedo sarebbe diventato un centro per il dopo di noi, quando nell’Alto Vicentino non c’è alcuna struttura che dia sollievo a genitori che non sanno ancora che fine faranno quando loro non ci saranno più? E quelli che ci sono, sono pieni di casi di adulti. Impossibile accedervi se non per casi urgentissimi. Mio figlio ha vent’anni e non ha ancora iniziato il percorso del dopo di noi, che avrebbe dovuto iniziare tanto tempo fa!
Forse quei dati da me richiesti sono la “punizione” perchè mi sono unita ad un gruppo di genitori di disabili per raccontare l’ansia per il nuovo bando che riguarda gli operatori scolastici a scuola? Nell’Alto Vicentino non puoi fare nemmeno questo perchè l’Ulss 7 ti fa recapitare un esposto all’ordine dei giornalisti, che se non desta preoccupazione perchè l’articolo era scritto osservando tutte le regole giornalistiche, risulta inquietante perchè sa di : “così impari a toccare certi argomenti”. Dovevo intimidirmi? Non l’ho fatto, ho solo atteso che passassero le elezioni comunali perchè non volevo che questa vicenda venisse strumentalizzata politicamente, ma non è più possibile non poter fare fare le domande sacrosante che un normale giornalista dovrebbe fare a chi lavora nel pubblico e che prende ogni mese uno stipendio di tutto rispetto, pagato con i soldi dei contribuenti. Invece, nell’Alto Vicentino si sono invertiti i ruoli e chi paga le tasse viene messo a tacere mentre chi dovrebbe dare conto del proprio impegno pubblico fa l’arrogante. Certi modi di fare li conosco molto bene e non mi lascio schiacciare solo perchè non ho gli industriali alle spalle.
Caro sindaco Cristina Marigo, sappiamo che ha un ottimo rapporto con la dirigenza dell’Ulss 7: intercederà perchè io possa avere i dati richiesti all’Ulss7 alla luce di una trasparenza che si deve ai cittadini quando si parla di res pubblica? Possiamo parlare di una nuova era dato il supporto che Lei ha avuto da tutta la comunità, che crede in lei come persona soprattutto libera dai partiti?
In bocca al lupo,
Rosa Natalia Bandiera