L’Ordine degli Psicologi del Veneto con la collaborazione della Fondazione “Emanuela Zancan” insieme per fornire dati puntuali sui bisogni della popolazione veneta.
Le due realtà uniscono energie e competenze e costituiscono il primo Osservatorio regionale “Psicologia nei servizi territoriali del Terzo Settore” con l’obiettivo di mappare le necessità della popolazione e generare dati utili a comprendere come poter migliorare l’offerta di servizi nel territorio dove operano gli Enti del Terzo Settore: associazioni, cooperative, fondazioni.
Quanto è ampio il contributo che psicologhe e psicologi danno ogni giorno nei servizi sociali e sociosanitari?
Maggiori dati sulla presenza effettiva di professionisti e servizi di psicologia, e la misurazione dell’impatto degli interventi psicologici è ciò che viene spesso chiesto dagli stakeholders istituzionali come base di partenza per definire nuovi progetti e stanziamenti economici.
A questa domanda hanno deciso di rispondere Ordine, ente pubblico di rappresentanza della categoria che ha tra i suoi compiti statutari la tutela del benessere della cittadinanza, e Fondazione Zancan, Centro di studio, ricerca e sperimentazione che da quasi sessant’anni opera nell’ambito delle politiche sociali, sanitarie, educative, dei sistemi di welfare e dei servizi alla persona, creando un Osservatorio specifico che partirà dalla raccolta dei dati riguardanti gli Enti del Terzo Settore.
«L’Osservatorio che stiamo avviando con la Fondazione Zancan per tipologia è il primo in Veneto e forse anche a livello nazionale – spiega Federica Sandi, Segretario e Consigliera Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto -. Il Terzo Settore, storicamente operativo in modo capillare nella nostra regione, è nato per dare una risposta alle persone e ai territori, e via via si è sempre più specializzato e professionalizzato. E proprio per questa sua “capillarità”, il Terzo Settore può cogliere in maniera immediata le richieste dei cittadini e dare quelle risposte rapide che gli enti pubblici non possono garantire: sostanzialmente riceve informazioni, bisogni e necessità e intercetta anche i fondi utili per sostenere i suoi interventi. Gli psicologi hanno un ruolo importante in molti servizi, pertanto abbiamo ritenuto utile mappare la situazione per capire quali sono i bisogni del territorio e cogliere interventi innovativi. Il nostro obiettivo è individuare la tipologia di interventi, talmente numerosi da rendere difficile elencare puntualmente tutte le attività che svolge uno psicologo nella nostra regione, e per restituire al territorio, agli amministratori, ai decisori della politica quali sono i reali ed attuali bisogni: sono tanti, cambiano velocemente, la fotografia attuale è fondamentale.»
Perché un Osservatorio?
La ricerca sulle professioni di welfare evidenzia la necessità di ripensare la cura e la prevenzione per affrontare criticità personali, familiari, comunitarie, proponendo soluzioni necessarie per integrare le offerte tradizionali. In un periodo storico caratterizzato da crescenti fragilità psicologiche e sociali, la professione è chiamata a rispondere con approcci innovativi e integrati. Ciò che verrà raccolto nell’Osservatorio permetterà inoltre di capire le aree di intervento dove vi è maggiore richiesta e ipotizzare sulla base dei dati raccolti le future direttrici di sviluppo professionale.
«Un osservatorio mette a disposizione le conoscenze necessarie per valutare gli stati dei servizi del territorio – spiega Tiziano Vecchiato, Presidente della Fondazione “Emanuela Zancan” – ma soprattutto per capire come migliorarli, quali sono le domande che non trovano risposta e con quali soluzioni professionali. Lo psicologo nei servizi – e questo ce lo dirà l’osservatorio – può contribuire a trasformare un sistema assistenziale che ha tanti anni sulle spalle e dove l’erogazione di prestazioni è a rischio di “prestazionismo” povero di soluzioni. Quindi arricchire la presenza professionale nei servizi significa potenziare l’aiutare ad aiutarsi, integrando le competenze psicologiche con quelle di servizio sociale, educative e di altra natura.»
Metodologia della raccolta dati. Il questionario
Ma come verranno raccolte le informazioni? I professionisti verranno coinvolti nel progetto attraverso una vera e propria call to action, che sarà inviata già a partire da oggi, 25 giugno, con una newsletter indirizzata a tutti gli 11mila iscritti all’Ordine degli Psicologi del Veneto. Grazie a loro gli Enti potranno conoscere l’iniziativa e aderire all’Osservatorio, mettendosi in contatto con l’Ordine attraverso un link presente sul sito www.ordinepsicologiveneto.it.
Dopo l’adesione dell’ente, l’’accesso al sistema di raccolta dati dell’Osservatorio da parte degli psicologi che lavorano/collaborano con gli Enti del Terzo Settore sarà possibile grazie alla consegna, da parte dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, di credenziali di accesso che garantiscono l’anonimato.
La parte informatica, di assistenza e di statistica per l’elaborazione dei dati, sarà gestita dalla Fondazione “Emanuela Zancan”, che garantisce tutte le procedure necessarie per il rispetto della normativa vigente in materia di tutela dei dati personali e per i soli obiettivi dell’Osservatorio.
«L’osservatorio nasce per sua vocazione per osservare – commenta Cinzia Canali, Direttrice della Fondazione Emanuela Zancan”, fare una fotografia dell’esistente, provare a capire il ruolo dello psicologo oggi, quali sono gli interventi, a quali fasce della popolazione sono rivolti e con quali metodologie vengono fatti per cercare di rappresentare il ruolo e qual è il valore aggiunto che lo psicologo può dare ai servizi, con attenzione alla parte sociale degli interventi. A mio avviso l’attivazione di questo osservatorio è importante per arrivare a costruire degli scenari futuri che aiutino a migliorare il posizionamento di questa professione all’interno delle politiche sociali. Questo è ciò che stiamo costruendo con l’Ordine degli Psicologi del Veneto.»
La tempistica
Dal 25 giugno sono state aperte le adesioni ed entro la fine dell’anno la presentazione dei primi dati raccolti.
«Dai risultati del questionario – conclude Sandi – ci aspettiamo che emergano le richieste di sostegno nella fascia giovanile, tanto che inizialmente l’idea era di fare un osservatorio che monitorasse esclusivamente le attività per adolescenti e giovani adulti. Ma ci aspettiamo di capire le necessità emergenti nei cittadini veneti tanto in una dimensione attuale quanto in un futuro più prossimo. Per questo chiediamo il contributo di tutti i nostri iscritti per una buona riuscita del progetto a vantaggio del maggior benessere di tutti»