AGI- All’indomani della sua elezione a presidente della Regione Veneto Luca Zaia, nel 2012, ha imposto una serie di direttive alla sua giunta proprio per prevenire episodi di commistione di interessi e malaffare, come quelli che hanno visto ieri l’arresto dell’assessore del Comune di Venezia Renato Boraso e la notifica di un avviso di garanzia al sindaco Luigi Brugnaro (in un diverso ramo dell’indagine).
Nella circolare si chiede infatti di organizzare incontri esclusivamente presso gli uffici regionali e le sedi di lavoro, e di “fare in modo che di questi incontri si possa sempre trovare riscontro indicante i presenti e i temi affrontati”. Ogni riunione secondo le indicazioni date da Zaia deve essere seguita da una relazione circostanziata, per palesare obiettivi e tematiche dell’incontro ed evitare possibili ingerenze degli interlocutori.
La circolare è datata gennaio 2012, due anni prima dello scandalo del Mose che portò a 35 arresti (compreso l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan). Assieme alla direttiva sugli incontri al bar, è di pochi giorni più tardi (febbraio 2012) un’altra circolare in cui il governatore fa appello all’ “importanza dell’incarico conferito” e alla “competenza e dedizione che tale ruolo richiede” e quindi alla necessita’ di garantire la massima trasparenza in ogni azione.
All’epoca gli indirizzi richiesti da Zaia provocarono scalpore, ma a distanza di alcuni anni potrebbero dirsi lungimiranti contro il rischio di ingerenze nella pubblica amministrazione.