RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Si può ben dire che questo messaggio gandhiano ha ispirato tutta la vita di Arnaldo Cestaro

Lunedì 24 giugno abbiamo dato l’ultimo saluto a questo piccolo grande uomo, la cui statura morale era tale da far impallidire, e vergognare, tutti coloro che parlano di diritti e democrazia mente li calpestano ogni giorno e fanno scempio della Costituzione.

Arnaldo era una persona sempre sorridente e gentile, un uomo di pace, che per tutta la vita ha combattuto con grande forza, coraggio e determinazione per la giustizia sociale e la libertà di tutti, in difesa dei diritti e per la tutela della natura e dell’ambiente, era un uomo della Costituzione, che lui amava e citava spesso.

Quando veniva al presidio contro la base militare Dal Molin, con il suo caratteristico cappellino e il suo fazzoletto rosso, accompagnato dal fedele amico peloso che lo seguiva ovunque, portava una ventata di allegria e simpatia; era difficile pensare al presidio senza pensare ad Arnaldo!

Il suo nome è legato indissolubilmente a quella tragica notte del 21 Luglio 2001, durante il G8 di Genova, quando la polizia fece irruzione alla scuola Diaz, massacrando le decine di persone, tra cui molti stranieri, che vi stavano trascorrendo la notte, con una furia così cieca e brutale da mandarne alcune in fin di vita.

Un evento, definito giustamente “macelleria messicana”, che ha scritto la pagina più buia e vergognosa della storia della nostra Repubblica.

Arnaldo era il più anziano di tutti e il brutale pestaggio gli procurò colpi alla testa,fratture alla gamba, al braccio e alle costole; segni che gli rimasero per tutta la vita.

Arnaldo denunciò questa violenza e lottò per anni senza perdersi d’animo, per avere giustizia e riaffermare la verità di quanto avvenuto quella notte. Assieme al giornalista Lorenzo Guadagnucci, anche lui una vittima del pestaggio alla Diaz, fondò il “Comitato Verità e Giustizia per Genova” .Grazie ad Arnaldo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per il reato di tortura. Grazie a lui ora il nostro paese ha una legge, seppure blanda, sulla tortura.

Non possiamo quindi che dire grazie Arnaldo per la tua grande testimonianza di vita, per averci insegnato cosa significa essere cittadini attivi, nel rispetto della nostra Costituzione.

Ci hai insegnato a lottare per un mondo migliore, più giusto; ora tocca a noi continuare sulla strada che hai tracciato.

Ciao Arnaldo, resterai per sempre nei nostri cuori, buon viaggio.

Marta Frigo

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