Si moltiplica, soprattutto tra i mestieri tecnico-pratici, iI personale introvabile nel nostro mercato del lavoro. “Cresce infatti il gap tra domanda ed offerta, un disallineamento destinato a diventare sempre più critico” commentano i soci fondatori dell’ente formativo Ellesse Group, Giuliana Lucidi e Luigi Saldì, da oltre 30 anni impegnati nel settore della formazione.
I lavori più richiesti che nessuno vuole fare? Nella top-10 stilata da Ellesse Group, troviamo sul podio: 1) operatori socio sanitari, 2) acconciatori, 3) estetisti. Seguono quindi 4) autisti di autobus, 5) carpentieri, 6) escavatoristi, 7) pizzaioli, 8) pasticceri, 9) personale di cantiere (includendo anche geometri ed elettricisti) e 10) mediatori culturali, che oggi sono anch’essi molto richiesti.
“Il 65% dei nostri giovani non è attratto dai mestieri di una volta e scarta a priori l’ipotesi di svolgere lavori di tipo tecnico-manuale, preferendo continuare con percorsi liceali per poi indirizzarsi verso studi accademici in settori molto distanti da quelli da cui arriva la maggiore richiesta di figure tecniche” sottolineano gli specialisti di Ellesse Group Formazione e Lavoro, ente di formazione professionale accreditato dalla Regione Abruzzo che eroga corsi in grado di far acquisire una qualificazione professionale riconosciuta a livello nazionale: il modo migliore per accedere a una vasta offerta di profili lavorativi altamente qualificati.
I settori che soffrono più spaziano dai trasporti alle costruzioni, dalla meccanica all’elettronica, passando per la ristorazione e per il wellness, includendo figure professionali non solo legate al passato, ma anche strettamente correlate all’arrivo delle nuove tecnologie, che sono sempre più difficili da reperire sul mercato del lavoro. È anche per questo che si è allargato il gap tra domanda ed offerta di lavoro e che, di conseguenza, sono nate le ‘scuole’ come Ellesse Group Formazione e Lavoro che hanno come missione quella di organizzare corsi che consentono di formare i lavoratori e le lavoratrici di domani, soprattutto in quei settori dove la carenza di manodopera non è più sostenibile.