“Sono state registrate anche recentemente delle ‘morti improvvise’ di personale militare, in età anche giovane e- in una formale missiva al ministro della Difesa e all’Ispettorato di sanità militare- è stato chiesto di acquisire eventuali dati statistici di morti premature e in tale campione la correlazione fra decessi di personale in servizio e loro stato vaccinale in merito alla somministrazione di farmaci c.d. Anti-covid; se in ambito ministero della Difesa sia stato effettuato un censimento delle morti improvvise dal 2017 ad oggi (seguendo quanto già effettuato dal ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione di Sanità) e quali siano gli eventuali risultati; se in ambito ministero della Difesa, risultino delle pratiche risarcitorie nei confronti di personale militare che ha subito dei danni collaterali post vaccinazione, ai sensi di quanto previsto dalla legge art.210 Legge del 25 febbraio 1992 , n. 210 recante norme in materia di Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, riservandosi, previa verifica dei presupposti giuridico – sanitari, impiegando le risorse finanziarie che l’allora Governo Draghi ha stanziato, con il decreto ristori, per pagare chiunque avesse riportato, a causa di vaccinazioni per il COVID 19, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente dell’integrità psico-fisica, riconoscendo il diritto ad un indennizzo da parte dello Stato. Inoltre se alla luce di quanto emerso con AstraZeneca, sia intendimento del ministero della Difesa, acquisire da AIFA, attraverso i competenti organi della Sanità Militare, le risultanze del dovuto deposito di sicurezza e efficacia per Pfizer e Moderna, i cui termini sono scaduti a dicembre 2023. In virtù poi, dei recenti casi di effetti avversi verificatesi in personale sano e in condizioni ottimali di salute, al fine di tutelare l’integrità fisica del personale del comparto, si chiede altresì di prevedere uno screening per tutto il personale militare sottoposto obbligatoriamente a vaccinazione, volto a scongiurare eventuali eventi avversi a seguito delle già menzionate somministrazioni obbligatorie”. Sono le richieste avanzate dal S.U.M. (Sindacato Unico dei militari) all’amministrazione della Difesa a tutela della salute dei militari.

Il sindacato interforze nella missiva ricorda i diversi step del decreto legge sulla vaccinazione obbligatoria per il personale militare e l’allarme scatenato dalla notizia per cui “la casa farmaceutica AstraZeneca, che un anno fa negava con decisione, ammette in tribunale che il suo preparato contro il Covid può provocare trombosi. Pertanto abbiamo deciso di scrivere al ministro della Difesa e all’Ispettorato Generale della Sanità rilevando preliminarmente che i farmaci suppostamente anti SARS COV2 prodotti da Pfizer, Moderna, Johnson, etc., oggetto dell’obbligo imposto ex articolo 4 del dl 44-2021, furono a suo tempo, autorizzati con procedura centralizzata ed immessi in commercio come vaccini, e nel caso specifico di Astrazeneca con Determina dell’AIFA 18/2021. Inoltre, con il dl 172 del 26 novembre 2021, venne introdotto l’obbligo vaccinale al personale del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico, e che la vaccinazione costituiva requisito essenziale per svolgere l’attività lavorativa. Tutti ricordiamo che dall’inadempimento veniva determinata l’immediata sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, ma per il periodo di sospensione, non erano dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati. La stragrande maggioranza dei nostri colleghi, furono quindi costretti a adempiere all’obbligo vaccinale. Fin dall’inizio- ricorda il sindacato- venne deciso che AstraZeneca venisse impiegato per la vaccinazione di massa di personale appartenente al settore scolastico e alle forze armate e forze di polizia. Successivamente, dopo i tanti casi di effetti collaterali e decessi post vaccinazione, Aifa decise di estendere in via precauzionale e temporanea il divieto dell’uso di AstraZeneca su tutto il territorio nazionale, in attesa del pronunciamento dell’EMA. A seguito della già menzionata sospensione- conclude il S.U.M.- il personale militare venne sottoposto a vaccinazione con l’uso di altri farmaci, in alcuni casi addirittura tre differenti”.

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