Nel mirino dello studio anche la “nostra” Malo. Senza migrazioni e nuovi nati, in tutto il Nord si assisterà ad un calo superiore ai 2,3 milioni di residenti entro il 2040, passando da 27,4 a 25,1 milioni.
Nel Nordest, in particolare, la riduzione sarà di 939mila persone e nel solo Veneto il calo sarà di oltre 387mila unità.
E’ la ‘glaciazione demografica’ messa a nudo da una ricerca della Fondazione Nordest che ha rivisitato le recenti previsioni demografiche Istat per tutto il Nord Italia, intervenendo su due variabili importanti, il saldo migratorio interno e quello con l’estero.
L’intenzione della Fondazione è di evidenziare cosa sta accadendo nelle regioni settentrionali senza l’apporto demografico di quelle meridionali, essendo i movimenti netti interni delle persone sistematicamente unidirezionali, da Sud a Nord, e senza l’apporto degli afflussi dagli altri Paesi, che avverranno sempre più dal continente africano.
Se non vi saranno variazioni alle dinamiche in atto, nel gioco ‘cancella la città’ calcolato dallo studio sparirebbero tra meno di 20 anni a causa della denatalità comuni importanti: nella regione diventerebbero deserte come un villaggio fantasma le città di Padova, Vicenza e Treviso, oppure, alternativamente ma tutte insieme, Bassano del Grappa, Belluno, Conegliano, Montebelluna, Vittorio Veneto, Valdagno, San Bonifacio, Arzignano, Feltre, Abano Terme, Valeggio sul Mincio, Malo, Marostica, Ponzano Veneto, Peschiera del Garda, Recoaro Terme, Cortina d’Ampezzo e Garda.
Nel Veneto la Fondazione ipotizza che la popolazione diminuirà dagli attuali 4.849.553 residenti ai 4.688.294 del 2030, per scendere ulteriormente ai 4.461.849 del 2040, vale a dire una perdita secca nell’arco temporale preso in considerazione dell’8%. Ansa