Un “affronto alla montagna”. Così il dem Andrea Zanoni ha definito il sì alle stanze panoramiche in Veneto. “Un affronto ai cittadini veneti, e anche ai consiglieri regionali che per dieci legislature hanno tutelato il limite di edificabilità in quota”. Arturo Lorenzoni, portavoce delle opposizioni, ironizzando sulle “alcove in quota”, ha ribadito che “la montagna ha bisogno di ben altri strumenti promozionali e di sviluppo”, mentre per un altro dem, Jonatan Montanariello, le stanze panoramiche “sono interesse di una impresa di nicchia e finiranno per contaminare un territorio che ha invece bisogno di essere protetto”. Insomma, fino all’ultimo le minoranze hanno provato a fermare le stanze panoramiche. “Questa proposta di legge non ci convince nel suo impianto ideologico: non tutela l’ambiente e il bene comune rispetto alle spinte legittime del mercato; equivoca il concetto di turismo esperienziale; e non persegue un modello di turismo sostenibile”, ha sintetizzato la la capogruppo del Pd Vanessa Camani. Pollice verso anche da Cristina Guarda di Europa Verde: “Non basta inserire la parola ‘didattico’ per cambiare il segno alle ‘camere stellate'” e i correttivi adottati “rappresentano un passo intelligente verso le preoccupazioni manifestate, ma non sono sufficienti. Restano ancora tanti punti interrogativi: dimensioni delle strutture, rapporto con il turismo ‘mordi e selfie’, tutela del paesaggio. Questa legge si rivolge all’imprenditoria di un turismo del lusso e non risolverà i problemi di sviluppo della montagna”.
E poi, domanda ancora Guarda, “perché ogni volta che si ha a che fare con l’ambiente, la maggioranza in Regione prodiga l’introduzione dell’ennesima deroga? La deroga alle norme vigenti concessa alle cosiddette stanze panoramiche è l’ennesimo occhiolino di questo centrodestra a qualche imprenditore”. Le stanze panoramiche “renderanno felice qualcuno, ma non risolveranno i problemi veri che affliggono le nostre montagne. Il turismo mordi e selfie non va a braccetto con il turismo responsabile ed ecosostenibile”, conclude. Elena Ostanel (Veneto che vogliamo) ricora che Cai e associazioni della montagna “hanno denunciato i rischi che la potenziale realizzazione di 172 stanze panoramiche ad alta quota comporterebbe in un ambiente fragile e delicato come le Dolomiti. Le stanze di vetro sono insediamenti solo apparentemente ecosostenibili, in realtà avranno un impatto non indifferente sull’ambiente naturale per fondazioni, servizi, produzione rifiuti, accessibilità e trasporti, l’impatto luminoso e acustico…”. Le potranno edificare 86 Comuni, tra Belluno, Verona, Vicenza e Treviso, per un potenziale di 172 stanze panoramiche “che potranno soddisfare al massimo 344 persone molto facoltose. Mi chiedo a vantaggio di chi legiferi il Consiglio regionale, se in favore di qualche imprenditore locale o nell’interesse dei veneti”.
“Non sarà turismo di lusso, ma accessibile a tutti”
“A fronte di nuove esigenze e modalità del cosiddetto ‘turismo esperienziale’, l’impianto legislativo attuale registrava un vuoto. Il nostro compito di legislatori è capire come rispondere a nuove esigenze, nel rispetto dei principi di tutela, legalità e sostenibilità. Arriviamo quindi ad un testo modificato, grazie ad un lavoro di miglioramento svolto all’interno della maggioranza. Non condividiamo il concetto esclusività per pochi, di ‘invidia sociale’, espresso dalle opposizioni: le stanze panoramiche non saranno strutture per pochi, ne potranno beneficiare ad esempio le persone disabili, che hanno diritto a godere la bellezza delle vette”. Così la commissione Turismo in Regione Veneto Francesca Scatto inquadra l’ok del Consiglio regionale alle stanze panoramiche. Il leghista Marzio Favero, aveva espresso voto contrario in commissione, ma “la proposta che abbiamo votato, grazie anche alla discussione sviluppata con le opposizioni, ha cambiato segno”. Si è passati dall’ipotesi iniziale di quattro stanze di lusso (8 posti letto) sopra i 1600 metri ad un massimo di due camere, “che devono servire anche per attività didattiche e di osservazione”. E sono stati messi altri paletti (le stanze panoramiche dovranno essere realizzate in prossimità di strutture ricettive già esistenti, senza ulteriori impatti ambientali per accessibilità, mobilità, luminosità): dunque, il provvedimento, modificato, “riconsegna alle nuove generazioni la possibilità di vedere il cielo, di ammirare la Via Lattea: si dà un’opportunità in più per far conoscere l’ambiente montano, non per violarlo”. Anche per Fdi, per Enoch Soranzo e Joe Formaggio c’è una “opportunità di sviluppo” e un “valore aggiunto” per l’offerta turistica veneta.
Anche l’assessore al Turismo Federico Caner ha sottolineato il valore di una legge che amplia l’offerta turistica, anche dal punto di vista dell’inclusività e accessibilità, nella prospettiva dei Giochi olimpici invernali 2026. Il Veneto “si dota di una norma sul turismo più innovativa ed efficace” introducento “una tipologia di esperienza turistica che in altri contesti è già una realtà” riprende Scatto (Lega- Liga Veneta), rimarcando che “si tratta di una situazione nuova, chiesta da molti turisti che visitano le nostre meravigliose montagne e che permetterà ai visitatori di poter ammirare la bellezza dei nostri monti. Il tutto, ovviamente, in modo sostenibile, senza pregiudicare né l’equilibrio locale, né le doverose prerogative ambientali. Non a caso – sottolinea – abbiamo deciso di riservarci un approfondimento più dettagliato per approfondire al meglio questa tipologia di situazione ed armonizzarla tanto al paesaggio, quanto alle istanze del territorio”. Intanto la norma è “approvata nel pieno rispetto della normativa che tutela il paesaggio essendo sottoposta alle disposizioni dei piani paesaggistici e a quelle del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”. E, conclude, con “questa nuova forma di turismo, siamo certi che riusciremo ad attirare nuovi investimenti e visitatori. L’occasione delle prossime Olimpiadi- conclude- sarà la vetrina ideale per sfruttare al meglio questo nuovo strumento”.