In un momento di confusione mediatica, don Marco Pozza fa luce sulla realtà delle “stanze dell’amore” che si stanno considerando per il carcere “Due Palazzi” di Padova nel quale da oltre dieci anni il prete di Calvene amico di Papa Francesco opera nella parrocchia interna, smentendo le fake news e i pettegolezzi che hanno distorto la verità dietro questa iniziativa. Con un post chiarificatore su Facebook, il giovane religioso molto conosciuto nell’Alto Vicentino e autore di numerosi libri, ha messo in discussione la narrativa popolare, dimostrando come facilmente le ideologie e i preconcetti possano trasformare un’idea nobile in oggetto di scandalo.
Don Marco Pozza contro le distorsioni mediatiche
“Le stanze dell’amore non sono i prostriboli e i bordelli: sarebbero stanze nelle quali riservare l’intimità delle persone. Quelle che si amano, che continuano ad amarsi anche ai tempi della galera.” Con queste parole, il parroco di Calvene ha tagliato corto su ogni equivoco, sottolineando l’importanza dell’affettività anche in contesti estremi come il carcere. La sua voce si eleva contro la corrente di fake news, che da giorni svolazzava indisturbata, alimentando idee false e pregiudizi.
La verità sulle “Stanze dell’Amore”
Le cosiddette “stanze dell’amore”, lungi dall’essere luoghi di perdizione come dipinti da alcuni, sono in realtà concepite come spazi dedicati alla privacy e all’intimità dei detenuti con i loro cari. Questa iniziativa nasce in seguito alla sentenza numero 10 del 2024 della Corte Costituzionale, che ha sancito l’illegittimità del divieto di colloqui intimi tra detenuti e familiari, ponendo le basi per una svolta significativa nella gestione dell’affettività in carcere.
Nonostante l’opposizione di figure politiche come il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che lamenta l’assenza di autorizzazioni specifiche, il progetto ha raccolto consensi tra esperti e associazioni, come Ristretti Orizzonti, impegnate nel miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti.
La lotta contro le Fake News e l’ideologia
Don Marco Pozza non si limita a chiarire i fatti ma va oltre, interrogandosi e interrogando la società su come le ideologie e le fake news riescano a manipolare la realtà, diffondendo pettegolezzi e alimentando pregiudizi. “L’ignoranza è così crassa da tramortirti all’istante,” riflette il don, evidenziando come la mancanza di informazione e la propensione a credere alle notizie senza verificarle contribuiscano a distorcere la realtà.
Un appello alla riflessione e all’amore
Attraverso il suo intervento, il parroco invita a una riflessione più ampia sull’amore e l’affettività come diritti inalienabili, anche dietro le sbarre. Citando Alda Merini, “non tutti quelli che si affacciano vedono le stesse cose: la veduta dipende dallo sguardo”, ricorda che la visione del mondo è profondamente soggettiva e che l’approccio con cui si sceglie di affrontare le questioni può rivelare molto del nostro interno.
L’intervento di don Marco Pozza invita quindi a guardare oltre le apparenze, a sfidare i preconcetti e ad accogliere l’idea che anche in situazioni di grande difficoltà, come la detenzione, l’amore e l’affettività debbano trovare spazio e riconoscimento.
Laura San Brunone