Partiti nella notte ed arrivati a Bruxelles. Gli agricoltori di Coldiretti Vicenza sono già in Place de Luxembourg sotto la sede del Parlamento UE per chiedere tempi certi e risposte immediate. Mentre sta per iniziare il Consiglio dei Ministri agricoli europei, il presidio è animato da migliaia di giovani e donne di Coldiretti, tra cui non mancano i vicentini guidati dal presidente Pietro Guderzo e dal direttore Simone Ciampoli.

In tremila sono arrivati da ogni parte d’Italia.

Presenti anche le associazioni di categoria provenienti da diverse parti dell’Unione Europea, tra cui la Spagna (Asaja), il Portogallo (CAP), il Belgio (FWA), che si uniranno alla Coldiretti per trasformare le proteste in proposte concrete.

Le regole che Coldiretti chiede di modificare riguardano le condizionalità climatiche, gli ecoschemi, il carico burocratico e la semplificazione in termini di normative con un’attenzione particolare da dedicare nei confronti dei piccoli e medi agricoltori”. Lo ha affermato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della manifestazione organizzata dall’associazione di categoria davanti alla sede del Parlamento europeo a Bruxelles per chiedere maggiore semplificazione nelle regole di attuazione della Politica agricola comune (Pac). Le condizionalità legate alla tutela ambientale incluse nella Pac, ha aggiunto il presidente a nome dei circa 150 coltivatori diretti presenti a Bruxelles nel giorno in cui si riuniscono i 27 ministri dell’Agricoltura, “costringono paradossalmente le aziende agricole ad allontanarsi dai territori più fragili acuendo problemi più gravi come il dissesto idrogeologico”. A Bruxelles, ha proseguito Prandini, “il confronto è significativo sia con la presidente della Commissione, sia con i vari ministri. “Se non cambia l’approccio, la situazione peggiorerà” ha proseguito Prandini: “Le promesse fatte dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen vanno in questa direzione ma ai ministri chiediamo certezza per quanto riguarda tempistiche nelle modifiche dei regolamenti, altrimenti si rischia che i tempi di Bruxelles non combaciano con le tempistiche di cui le imprese hanno bisogno per sopravvivere”.

 

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