di Cecilia Scaldaferri
AGI – Madre di due figlie, un passato da capitano nell’aeronautica israeliana, un presente da deputata per il partito centrista d’opposizione Yesh Atid, nonché membro della commissione per i diritti civili della Knesset, Shelly Tal Meron porta avanti la sua battaglia per far riconoscere al mondo le atrocità compiute da Hamas sulle donne nell’attacco del 7 ottobre. “La guerra è brutta, nessuno la vuole, nessuno vuole che i civili vengano feriti”, afferma in un incontro alla Knesset con media e parlamentari di diversi Paesi europei organizzato da Elnet (European Leadership Network) al quale Agi ha preso parte. “La nostra guerra è contro un’organizzazione terroristica, contro Hamas, per sradicarla, perché è una minaccia all’esistenza dello Stato israeliano, una minaccia per il mondo libero, democratico, occidentale e questo il mondo deve capirlo. Non finirà con Israele”. L’impegno per le donne è bipartisan: Tal Meron, insieme a Tsega Melaku, parlamentare del Likud di Benjamin Netanyahu, sono le voci della Lobby for Victims of Sexual and Gender-Based Violence of the Oct 7th War.
“La violenza sessuale usata come arma di guerra”
“L’uso della violenza sessuale come arma di guerra è un crimine di guerra contro l’umanità, non c’è giustificazione”, sottolinea la deputata di Yesh Atid. Il 7 ottobre, continua, c’è stato “un attacco orrendo da parte di Hamas: persone sono state uccise, alcune bruciate vive. Le donne hanno subito violenze sessuali, mutilazioni. Lo abbiamo visto nei kibbutz, al Festival Nova, abbiamo testimonianze di quanto accaduto e ci sono delle inchieste”. “Noi ci aspettavamo che il mondo, le organizzazioni per le donne, le organizzazioni per i diritti umani condannassero Hamas, un’organizzazione terroristica che usa la violenza sessuale come arma di guerra. Questi sono crimini di guerra, contro la Convenzione di Ginevra. C’è stato il silenzio completo da parte di queste organizzazioni, in particolare da parte di UN Women”.
E le violenze sessuali sono ancora una drammatica realtà per le donne che sono state sequestrate e portate nella Striscia, come hanno raccontato quelle che sono state rilasciate. “Ci sono ancora giovani donne in ostaggio nella Striscia che subiscono violenze ogni giorno. Abbiamo bisogno di riportare a casa i nostri ostaggi ora, tutti, a partire dalle donne. Questa giovani ragazze potrebbero rimanere incinte… Il dolore di dare alla vita un bambino in quelle condizioni credo sia inspiegabile ed è qualcosa che non possiamo accettare. Vogliamo prendere i terroristi e portarli davanti alla corte israeliana e internazionale”, conclude Tal Meron.
“La Croce Rossa faccia il suo lavoro e visiti gli ostaggi”
“Noi chiediamo alla Croce Rossa che faccia il suo lavoro e questo significa prendersi cura della salute degli ostaggi”. Shelly Tal Meron ha parole molto dure per l’inazione della Croce Rossa: “Abbiamo chiesto che visiti gli ostaggi, per valutare le loro condizioni, per dare loro medicine, per darci una lista e sapere chi è vivo e chi non lo è più, chi è ferito, e non abbiamo avuto successo. Il nostro ministro della Salute è volato in Europa per incontrare la presidente della Croce Rossa ma non ha funzionato, il nostro premier l’ha incontrata con una cassa di medicinali ma lei non l’ha voluta”.
Fonte Agi