a cura di Anima Veneta
Mai come quest’anno si è riusciti a rispettare questa consuetudine: le recenti e continue gelate mattutine degli ultimi tempi consacrano come la tradizione indichi questi come i giorni più freddi dell’anno (29-30-31/01 oppure 30-31/01 e 01/02).
A riguardo spiccano varie leggende, due secondo lo scrittore Sebastiano Pauli (1684-1751): la prima riguarda il fatto che per far passare un cannone oltre il Po chiamato “la Merla”, si è aspettò che il fiume fosse ghiacciato proprio negli ultimi giorni di gennaio; la seconda riporta di “una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato”.
Un’altra, forse la più nota, narra che tanti anni fa una merla si vantava del suo piumaggio soffice e candido come la neve. Mentre gennaio regalava dolci tepori primaverili, la merla lo derideva per il fatto che l’inverno stesse finendo senza che ci fosse stato il grande gelo. Allora gennaio si arrabbiò e decise di far arrivare un’ondata di gelo per gli ultimi giorni di gennaio prendendone in prestito uno da febbraio. Arrivò improvvisamente il gran freddo, e la merla bianca non poté far altro che rifugiarsi in un camino acceso. Dopo i tre fatidici giorni, uscì dal camino sporca di cenere e il suo piumaggio bianco divenne inevitabilmente nero.
Nasce da qui un proverbio che abbiamo fatto un pò nostro: “Da ła Madona de ła Candełòra da l’inverno semo fora, ma se piove e tira vento, da l’inverno semo rento”.
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