RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL PENSIERO IN LIBERTA’ DI MARTA FRIGO, LETTRICE DI SCHIO
Come sempre molti di noi avranno “santificato” le feste di fine anno andando in chiesa per ascoltare il messaggio di pace, amore, fratellanza…salvo poi mettere nei nostri nostri piatti il dolore e sofferenza…si sa, da che mondo è mondo, basta ascoltare una messa per mettere a tacere la propria coscienza…
Ma oltre ai miliardi di vite, entrate e uscite dall’esistenza nell’orrore degli allevamenti il 2023 ha visto anche altri scempi: lo sterminio dei mufloni all’isola del Giglio, prima introdotti e poi eliminati, la strage dei cervi nel Parco dello Stelvio e perché no anche dei cinghiali, introdotti dai cacciatori e poi diventati, ormai da tempo, un “problema” da eliminare.
E che dire degli orsi in Trentino? E’ di pochi giorni fa la notizia che anche MJ5 non c’è più molto probabilmente anche lui ucciso per mano dell’uomo portando così a 8 gli orsi morti nel 2023. Senza parlare del tragico destino di mamma Amarena e suo figlio Carrito…
Tutti gli orsi totemici stanno scomparendo, l’uomo che invade ogni spazio vitale stringendo in una morsa mortale il pianeta terra, vuole che ritornino nel buio e nell’oblio dell’estinzione.
La fauna selvatica vorrebbe convivere con noi ma noi non le riconosciamo il diritto naturale all’esistenza e si decide ancora una volta di percorrere la strada della morte, invece di lasciare spazio all’intelligenza, al buon senso, al rispetto e all’empatia.
E il 2024 è iniziato con episodi di violenza così efferati nei confronti di creature indifese che a mio avviso hanno spento la speranza che l’anno nuovo sia migliore del precedente.
Ora molti mi chiederanno: come fai a preoccuparti degli animali quando la nostra società umana è caratterizzata da guerre, omicidi e violenze di ogni tipo?
Moltissimi filosofi e pensatori del passato, avevano intuito la stretta correlazione fra la violenza verso gli animali e la violenza verso gli umani. Pitagora (500 a.C.) scriveva “Fintanto che l’uomo continuerà a distruggere gli esseri viventi inferiori, non conoscerà mai né la salute né la pace. Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si uccideranno tra di loro. Perché chi semina delitto e dolore non può mietere gioia e amore”.
Leonardo da Vinci (1400) auspicava che un giorno, in futuro, l’uccisione di un animale sarebbe stata paragonata a quella di un uomo.
Per Erasmo da Rotterdam (1500) la caccia era il preludio della guerra in quanto abitua l’essere umano alla crudeltà.
Il filosofo J.Bentham (1700) scriveva “Verrà il giorno in cui tutti gli animali del creato acquisiranno quei diritti che non avrebbero potuto essere loro sottratti se non dalle mani della tirannia” e A.Schopenauer (1800) ”Sia condannata ogni morale che non vede l’essenziale legame tra tutti gli occhi che vedono il sole”…vette altissime di umanità e coscienza che abbiamo buttato alle ortiche! Per Gandhi, il profeta della non violenza gli animali sono creature sensibili e meritevoli della nostra compassione e benevolenza. Sua è la famosa frase “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere giudicati dal modo in cui tratta gli animali”
E oggi molti esperti, sulla scia di questi grandi pensatori, vedono nel maltrattamento degli animali un chiaro segno di disagio sociale e relazionale e lo considerano uno degli indicatori predittivi più importanti della violenza nei confronti di altri umani socialmente deboli.
Vorrei chiedere quindi io alle persone che mi parlano della violenza sugli umani come sia possibile che nel terzo millennio, una specie che si considera intelligente e superiore a tutte le altre, non abbia ancora capito che tutto nell’universo è interconnesso e quindi qualsiasi cosa facciamo agli altri, e per altri intendo anche tutti quegli esseri che abbiamo escluso dai nostri confini morali, si ripercuote inevitabilmente su tutti noi.