‘Nonostante pochissime eccezioni, ancora continuano notizie e spot denigratori e scorretti sui carichi di lavoro delle strutture sanitarie territoriali, dei Pronto soccorso, comparando tali attività con quelle dei medici di famiglia’. Così, in una nota, il segretario del Sindacato medici italiani  Cristina Patrizi.
‘A fronte di dati ufficiali sugli imponenti carichi di lavoro ai quali i medici di famiglia continuano da anni a fare fronte, dicono esattamente l’opposto di quanto alcuni sostengono. Carichi di lavoro che ora riepilogheremo. Continuare pertanto a fare falsa informazione sui temi così scottanti di sanità pubblica- prosegue- oltre a rivelarsi un autogol in termini di ricaduta di immagine per il Ssn italiano, che nonostante il progressivo depauperamento di finanziamenti e la perdita di attrattività per i medici, continua ad avere i migliori risultati in termini di esiti di salute, ebbene queste narrazioni inesatte sulla attività dei medici di famiglia, contribuiscono a un clima di sfiducia che mina dal profondo la coesione sociale e il patto che necessariamente deve essere saldo, tra medici e pazienti/cittadini’.
‘Prima questione- spiega Patrizi- i medici di famiglia in ferie, studi chiusi: falso! I medici di famiglia non hanno diritto a ferie retribuite come tutti i medici dipendenti e/o specialisti del nostro Ssn, perchè per usufruire di pochi e meritatissimi giorni di riposo si pagano di propria tasca un sostituto e, poiché reperire un sostituto è quasi impossibile, i giorni di eventuale e legittima astensione dal lavoro si riducono a pochissimi giorni/anno, sempre comunque garantendo la regolare apertura di studio’.
‘È del tutto evidente- evidenzia Patrizi- che il singolo medico di medicina generale non può lavorare h24 e sette giorni su sette come a nessun altro lavoratore e a nessun medico si può mai chiedere questo. I medici di famiglia si sono organizzati negli anni, nonostante contratti fermi da anni e con aumenti irrisori e neanche tali da recuperare nemmeno gli aumenti inflattivi e i costi della vita, per offrire risposte coordinate e ottimali di prese in carico delle esigenze di salute non di emergenza-urgenza e qualcuno continua a confondere i diversi ambiti assistenziali’.

‘Respingiamo  al mittente ogni accusa impropria, falsa e immotivata- ribadisce – che attribuisce alla medicina generale la responsabilità e i numeri degli accessi in Pronto Soccorso. La medicina generale fronteggia con le proprie capacità, mai valorizzate, numeri abituali di accessi e richieste di salute che spaventerebbero chiunque. La chiusura dei singoli studi medici nei giorni festivi è quindi legittima chiusura dell’attività, garantita dalle altre succitate strutture e servizi di continuità assistenziale e nulla ha a che fare con le ‘ferie’ che sono altro e che comunque il medico di famiglia paga di tasca propria e laddove reperisce un sostituto’.
‘Si è desertificato il territorio- denuncia inoltre Patrizi- sguarnendo le postazioni di continuità assistenziale, senza contemporaneamente potenziare le case di salute e quando ci si accorge che le chiacchiere non bastano e il sistema non regge, invece che ammettere che occorre potenziare la medicina generale con seri investimenti, non sulle case di comunità vuote poi di medici che ci lavorino, ebbene scaricano, comprese talune organizzazioni dei consumatori, sui medici di famiglia responsabilità e omissioni che non hanno invece nulla a che fare con noi’.
‘Occorre altresì lavorare sul corretto utilizzo di strutture e presidi del Ssn- dice ancora- e rifondare l’educazione sanitaria sin dalle scuole. Abbiamo chiesto fortemente ma invano il ripristino della medicina scolastica, e bisogna lavorare sulla cultura del limite e sui corretti comportamenti. A tutt’oggi, nel pieno del picco influenzale, ogni minimo sintomo, anche i più lievi, le piccole febbri nei minori, la tosse pur lieve ma persistente da pochi giorni, i minimi malori transitori, inducono sia i genitori dei minori sia i pazienti adulti a ritenere indispensabile un consulto medico: anzi, laddove ritenuto non soddisfacente, ebbene si accede in altra struttura oppure il giorno successivo si passa dal medico di famiglia alla continuità assistenziale e  infine, in Pronto soccorso’.
‘Questo sistema- denuncia Patrizi- non potrà mai, né nel nostro né in nessun altro Paese, fronteggiare compiutamente tale ‘shopping sanitario’ e far fronte a una tale richiesta per lo più impropria di ‘salute’, modello bancomat. Dalla medicina generale, solleviamo, come Sindacato medici italiani, a questo proposito l’urgenza non più procrastinabile della autocertificazione di malattia. È anacronistico e controproducente per il Ssn che tutte le migliaia di certificazioni di malattia debbano transitare obbligatoriamente, e pure ‘de visu’, dal medico, qualsiasi medico sia Mmg che medico ospedaliero, libero professionista, specialista ambulatoriale’. ‘Milioni di pazienti- conclude- occupano, così, le nostre strutture territoriali e della medicina generale, esclusivamente per ottenere tale certificazione e quasi sempre nulla di realmente sanitario. È il momento di dire basta! Stop alle accuse ai medici di famiglia, basta con il pressappochismo, mettiamo i medici in condizioni di poter lavorare, tutti i medici del Ssn, e sosteniamo nei fatti il nostro Servizio sanitario e non con parole , spesso vuote e molto spesso sbagliate’.

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