La piccola chiesa dedicata a Maria Incoronata è stata costruita sull’ iniziativa della dimessa scledense Girolama Rossi, che considerava la popolosa contrada Sarèo (attuale via Pasubio) carente di un’ adeguata assistenza spirituale. Dopo aver ottenuto il consenso del Senato Veneto e del Comune e l’ autorizzazione vescovile iniziarono i lavori e nel 1716 la chiesa era già aperta al pubblico. L’epigrafe murata sulla facciata dell’edificio recita tradotta: “A Dio uno trino. Animata dal suo Spirito, sotto il patrocinio della Vergine Madre Incoronata, questo pio edificio costruí e dotò Girolama Rossi dimessa, su terreno della Comunità offerto per concorde sentimento religioso. L’anno della salvezza 1716″.

Nel testamento di Girolama Rossi fu stabilito che la chiesa fosse dotata di due sacerdoti per garantirne la custodia e il servizio liturgico. In eredità alla famiglia Rossi passò successivamente alla famiglia Folco e poi a cittadini privati. La chiesa mantenne sempre il ruolo di edificio di culto aperto al pubblico.
La chiesa venne elevata a rettoria nel 1912.
La cappella venne ristrutturata in più riprese: nel 1919 vennero rinnovate le decorazioni, nel 1936 la facciata e venne riformato l’ altare. Nel 1950 venne nuovamente rivista la decorazione interna dell’edificio, ad opera di Vittorio Pupin, operazione che comportò anche la parziale eliminazione dei due altari laterali realizzati nel 1922. Gli interventi più recenti hanno riguardato la manutenzione generale dell’edificio e la realizzazione dell’altare rivolto verso i fedeli mediante il reimpiego di parte degli altari parzialmente demoliti negli anni cinquanta.

All’ esterno è visibile esclusivamente la facciata in quanto la chiesa è incastonata in un affitta sequenza di case. L’ edificio è preceduto da una breve scalinata e presenta un equilibrato prospetto classicheggiante con alcuni elementi tipici del barocco. Delimitato ai lati da paraste culminanti con un capitello compisito, il prospetto propone due ampi finestroni con cornice in pietra, suddivisi orizzontalmente in due metà diseguali, dotati nella parte inferiore di inferriata.
Il portale , al centro della facciata, è dotato di modanature in pietra ed è arricchito da un ulteriore elemento orizzontale sorretto da mensole a volute.
Sopra l’ ingresso si trovano: un’ elegante lapide convessa nella quale sono indicate le origini della chiesa, lo stemma della famiglia della fondatrice e un rosone trilobato. Al culmine della facciata un frontone triangolare coronato da statue raffiguranti le Madonna con bambino (al centro), San Francesco d’ Assisi (a sinistra) e Sant’ Antonio di Padova (a destra), opera di Orazio Marinali. Sul retro si trova il campanile con campane del 1717.

L’ interno della chiesa è ad aula unica e mostra una decorazione parietale sobria e la pavimentazione è in marmo con motivo a scacchiera.
Nell’ area del presbiterio si trova l’ altare maggiore realizzato nel 1936 riutilizzando parti dell’ altare precedente.
Sopra alla mensa si trova un tabernacolo dal quale si eleva un crocefisso posto tra le sculture di due Angeli adoranti.
In alto, sopra l’ altar maggiore, appoggiata alla parete del coro, posa una tavola raffigurante la Vergine incoronata, opera di Franco Zorzi del 1987/1988. In controfacciata San Gaetano Thiene con la Vergine ed il Bambino, dipinto ottocentesco di Antonio Costa.
Nel soffitto si trova una grande tela del 1909, opera di Giuseppe Mincato, basato su un bozzetto incompiuto del 1899 di Alberto Boschetti. Ai lati dell’ arco triofale poggiano due tele di Vittorio Pupin del 1953: “Madonna del disperso in Russi”, a sinistra, “Sant’ Espedito soldato e martire”, a destra.
Lungo le pareti nelle nicchie, gli altari realizzati nel 1922 dell’ architetto Vincenzo Bonato e ridimensionati negli anni cinquanta. L’altare di Maria bambina sulla sinistra e quello dedicato a Santa Teresa del bambin Gesù sul lato opposto.
Oltre il presbiterio si sviluppa il piccolo locale della sagrestia, che conservava alcune opere: Santa Lucia e San Gaetano Thiene, sculture lignee, le tele San Giovanni Battista in prigione confortato dagli Apostoli del XVII secolo e Cristo gravato dalla croce dell’ artista locale Ada Zanolo.

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