E’ un vero e proprio sos e non è solo un dramma ospedaliero, ma anche per Rsa e tutte quelle strutture che necessitano della loro professionalità. In Veneto è ricerca disperata di infermieri per far fronte a una carenza di personale che tocca livelli critici. Secondo i sindacati, “la regione si trova a corto di duemila professionisti del settore, spingendo le autorità a lanciare un ennesimo bando per l’assunzione di 439 infermieri. Tuttavia, i precedenti fanno dubitare sulla completa soddisfazione di questa crescente domanda di personale”.
Nelle case di riposo la situazione è insostenibile con turni di lavoro insostenibili e servizi a rischio. I contratti meno vantaggiosi nel settore delle strutture residenziali hanno portato a un massiccio esodo di infermieri verso le strutture pubbliche. Per ovviare a ciò, la Regione ha stretto un accordo con il sistema residenziale, permettendo il “prestito” di infermieri dal Servizio Sanitario Regionale alle case di riposo, che altrimenti sarebbero incapaci di mantenere il servizio.
La regione Veneto è costretta a rivolgersi all’estero per colmare la carenza, accettando candidature da cittadini di Paesi membri dell’Unione Europea o loro parenti con regolare permesso di soggiorno in Italia. L’impiego di infermieri stranieri è diventato sempre più diffuso, riflettendo la grave necessità di personale nel settore.
Il termine per partecipare al concorso è fissato a giovedì prossimo. Il processo di selezione prevede una possibile preselezione, che potrebbe essere adottata in base al numero di domande ricevute. Il concorso si articolerà su tre prove: scritta, pratica e orale, con la valutazione dei titoli da parte di una commissione esaminatrice. Al termine della valutazione, sarà pubblicata una graduatoria.
La ricerca di personale non si limita agli infermieri; sono stati pubblicati anche bandi per ginecologi, igienisti e neurologi, evidenziando una crisi più ampia nel settore sanitario veneto. Si stima che nella regione manchino anche 3.500 dottori, sottolineando l’urgenza di affrontare la carenza di personale in modo globale. La situazione è critica e richiede azioni tempestive per garantire la continuità e la qualità delle cure fornite dalla sanità veneta.
Bando per infermieri Veneto, Gruppo PD: “Numeri insufficienti, servono veri investimenti per superare le profonde carenze”.
“Il bando da 439 posti per infermieri nelle Ulss venete è poco più di un palliativo. Da un lato perché non risponde alla reale carenza numerica di queste figure. Ma soprattutto perché, in assenza di reali investimenti in grado di rendere appetibili i diversi ruoli nell’ambito della sanità pubblica, ogni concorso rischia di trasformarsi in flop come è evidente da tempo. Fino a quando la Regione non deciderà di agire in direzione di condizioni lavorative più dignitose e con stipendi adeguati, non si uscirà da questo scenario di progressivo depauperamento”.
La presa di posizione è dei consiglieri regionali del Pd Veneto
“La tesi secondo la quale la messa a bando di un numero più elevato di posti rischia di svuotare di infermieri le Rsa non è un alibi accettabile. Peraltro questo bando prevede una distribuzione molto disomogenea tra Ulss che è tutta da spiegare visto che sembra quasi non vi siano carenze in alcune aree del Veneto, cosa non vera. La verità è che agli appelli che da tempo stiamo lanciando noi, così come le organizzazioni sindacali e le associazioni che si occupano di sanità, continua purtroppo a corrispondere un atteggiamento di sufficienza da parte dei vertici regionali. Un procedere a testa bassa che non sta portando da nessuna parte, sicuramente non verso un ripristino dell’efficienza dei servizi”.