Un progetto di ricerca sulla Fabbrica Alta per definire un quadro analitico delle sue condizioni, capire gli interventi necessari e valutare le future destinazioni di uno dei luoghi simbolo della città: in sintesi è ciò che prevede il contratto che il Comune di Schio ha stipulato con l’Università Iuav di Venezia nei giorni scorsi. 

La Fabbrica Alta dell’ex Lanificio Rossi a Schio, uno dei simboli dell’archeologia Industriale in Veneto, così denominata per la sua mole imponente, è considerata uno dei riferimenti per gli edifici multipiano in muratura ed è oggetto di studio nei corsi della Laurea Magistrale in Architettura e del Master Degree in Architecture dell’Università Iuav di Venezia. La valutazione dello stato conservativo sarà condotta con il contributo del sistema Laboratori Iuav, in particolare il laboratorio di Scienza delle Costruzioni.

«Per poter identificare le modalità di intervento più adatte per la Fabbrica Alta è necessario attivare una serie di studi che forniscano le informazioni necessarie per procedere, tra cui la vulnerabilità sismica – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Sergio Rossi -. Già a partire dal 2022 è nata una fattiva collaborazione di approfondimento e studio da parte di Iuav sulla Fabbrica Alta e su altri siti di archeologia industriale di Schio, come Giardino e Teatro Jacquard ed ex Asilo Rossi. Nella primavera del 2023, poi, Iuav ha eseguito delle indagini statiche sull’edificio della Fabbrica Alta per caratterizzarne il comportamento meccanico e ha approfondito la conoscenza della struttura attraverso una campagna di rilievo site specific. A seguito di questa collaborazione abbiamo deciso di affidarci all’Università attivando un contratto di ricerca finanziata denominato “Fabbrica AltA. Architettura in limite tra Archeologie. Conoscenza, valutazione e visioni per l’ex Lanificio Rossi a Schio” da sviluppare in modo congiunto e collaborativo».

Commenta Emanuela Sorbo, professoressa associata di Restauro e responsabile scientifica del programma di ricerca per Iuav : «La ricerca si inserisce in una riflessione più ampia che il Cluster Lab Matesca di Iuav (che si occupa di materiali, tecniche edificatorie e strutture del costruito antico) sta compiendo da diversi anni su beni e architetture di rilevante interesse culturale in condizioni di abbandono o disuso. La Fabbrica Alta rappresenta una occasione importante per indagare il limite tra progetto di conservazione e strategia di riuso, poiché pone una sfida intellettuale in ragione del salto di scala tra l’edificio, un’architettura di oltre 6 piani in muratura con una larghezza di 80 metri, e la dimensione urbana della città di Schio. Costituisce inoltre un oggetto architettonico che ha una forte valenza simbolica nel panorama dell’archeologia industriale».

Responsabile scientifica dell’esecuzione del programma per il Comune sarà l’architetto Alessandra Nicoli, responsabile dell’Ufficio Edifici Storici del Servizio Manutenzioni. Il contributo di spesa previsto è di 27 mila euro.

Lo studio di ricerca porterà a un nuovo quadro di analisi e valutazione della Fabbrica Alta che comprende il rilievo materico, il rilievo critico, le analisi diagnostiche, gli esiti delle prove di laboratorio e la valutazione della vulnerabilità sismica. Non solo: verranno rese note anche le valutazioni sulle possibili modalità di intervento per il riuso adattivo della Fabbrica Alta e verrà valorizzata la raccolta dei dati in forma accessibile attraverso un sistema open-access condiviso tra Iuav e Comune di Schio.

Ma non è tutto: i risultati della ricerca saranno comunicati e diffusi nell’ambito di convegni nazionali e internazionali, pubblicazioni scientifiche e articoli sottoposti a riviste nazionali e internazionali.

«La collaborazione con le Università è stato ed è un valore aggiunto per il nostro territorio in vari temi e frangenti – aggiunge il Sindaco Valter Orsi –Con questo accordo proseguiamo un percorso di rivitalizzazione di Fabbrica Alta  iniziato alcuni anni fa grazie all’apporto del professor Panozzo, anch’esso dello IUAV. Dopo la vendita all’asta del comparto e la certificata certezza della proprietà determinata dal Giudice Fallimentare, iniziamo le fasi propedeutiche che porteranno alla possibilità di progettarne la rigenerazione». 

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