di Federico Piazza
Le aziende metalmeccaniche dell’Alto Vicentino confermano le difficoltà a trovare saldatori, anche da formare internamente da zero. Ma, interpellati da AltoVicentinOnline, non tutte si esprimono sulle condizioni economiche offerte a seconda del livello di qualifica. Gli stipendi tra i 1800 e i 2500 euro netti al mese per saldatori con almeno cinque/dieci anni di esperienza, a seconda delle specializzazioni, sembrano comunque più diffusi nell’industria dove il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici si integra alla contrattazione aziendale di secondo livello.
«Da noi i saldatori sono pagati dai 1800 euro netti al mese in su», dichiara Luca Dani di Tubisteel, produttore di tubi in acciaio inox di Schio con cinquanta dipendenti. «Su un totale di 35 addetti in produzione, abbiamo sei saldatori impiegati in processi di saldatura semi automatica e altri tre/quattro in processi manuali. Ne stiamo cercando altri, facendo formazione interna su nuove figure di giovanissimi, che in genere sono di origine straniera perché attirare italiani è difficilissimo». Dani sottolinea come questa situazione sia comune a molte imprese: «La saldatura è associata all’idea di lavoro sporco e pesante. Ma da noi sui tubi inox c’è un elevato livello di automazione. Puntiamo molto alla qualità dell’ambiente di lavoro. Lo stipendio ovviamente è fondamentale: non abbiamo assorbito l’aumento previsto dal rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici nei superminimi, quindi i nostri dipendenti si sono trovati l’effettivo aumento in busta paga. Il nostro turn-over è molto basso, ma con il ricambio generazionale di chi va in pensione e gli investimenti che stiamo facendo in nuovi impianti di saldatura ci servono altri saldatori».
Morgan Prebianca, segretario provinciale di Fiom Cgil Vicenza, conferma la diffusa difficoltà delle aziende a reperire operai specializzati di vario tipo, compresi i saldatori. Dove pesano molto anche tempi lunghi e complessità della formazione. Per il sindacalista la media di 2000 euro netti di stipendio mensile per saldatori esperti nel Vicentino è sovra stimata: «Ci sembra elevato rispetto alla realtà. La situazione è disomogenea, dipende dalla contrattazione aziendale». Prebianca sottolinea la diffusa applicazione del super minimo assorbibile negli aumenti di stipendio definiti tra imprese e dipendenti, che riduce l’effettivo incremento netto in busta paga. Secondi la Fiom, diffusi sono gli inserimenti con contratti a termine interinali anche per i saldatori esperti: «I datori di lavoro inizialmente preferiscono questa formula perché non conoscono il lavoratore». Inoltre, dice Prebianca, le aziende tendono a non fare crescere il livello di inquadramento, senza il quale si può applicare l’assorbimento del super minimo sugli aumenti salariali.
Tra le aziende che da anni sviluppano percorsi di formazione interna più strutturati per saldatori ci sono la Ecor International di Schio e la Agco di Breganze. Ecor il 27 novembre ha avviato la nuova edizione della sua Accademia della Saldatura in collaborazione con Randstad, progetto iniziato nel 2019 con tre edizioni all’anno. Agco dal 2020 al 2023 con Welding Economy in collaborazione con Gi Group e l’Istituto San Gaetano ha formato e assunto un centinaio di saldatori per processi automatizzati e manuali, in gran parte persone del territorio tra cui molte che già lavoravano in ambito metalmeccanico con mansioni più generiche. «In tre anni abbiamo creato dieci percorsi formativi nel campo della saldatura. Di cui ben cinque nel 2023 per almeno cinquanta assunzioni, propedeutiche ai piani di aumento di produzione dei nostri modelli di mietitrebbia», spiega Gianfranco Penta, responsabile risorse umane in Agco Breganze, che conta circa 1150 dipendenti di cui quasi 700 in produzione. «L’inserimento è con contratti in somministrazione, assunzione diretta dopo massimo 36 mesi. Un modello che abbiamo esteso ad altre figure professionali in ambito lavorazioni meccaniche e montaggio».